I vigneti eroici sono una definizione che evoca la passione e l’impegno dei viticoltori che, con sacrificio e dedizione, coltivano alcune delle uve più pregiate in condizioni sfavorevoli. Questo articolo esplora la storia delle vigne della famiglia Pandolfo, delle loro origini in Tunisia fino ai moderni successi con la Cantina Sant’Andrea, situata nell’incantevole cornice di Borgo Vodice, in provincia di Latina. Visiteremo inoltre il ristorante dell’agriturismo “Seguire Le Botti”, dove si possono degustare i piatti della tradizione laziale insieme agli ottimi vini prodotti in loco.
Origini della famiglia Pandolfo: un viaggio nel tempo
La storia della famiglia Pandolfo è intrisa di sfide e resilienza. Negli anni 1850, i Pandolfo lasciarono la loro terra natale di Pantelleria per rispondere a un’offerta allettante della Tunisia, all’epoca colonia francese. Qui, vennero accolti con la promessa di terreni gratuiti da coltivare. I primi anni furono caratterizzati da un duro lavoro in un terreno ostile, dove ogni barbatella veniva piantata con sforzo da uomini e donne che le seguivano con le botticelle per annaffiarle. Il risultato fu un vino apprezzato, con il quale i francesi riempivano le loro navi.
Tuttavia, l’arrivo della filossera, un parassita che distrusse i vigneti, portò difficoltà. “Per due anni ci trasformammo in carbonai,” racconta Andrea Pandolfo, descrivendo la dura realtà di dover estirpare le viti per sopravvivere. La storia continuò con la ripiantumazione delle viti resistenti, ma nel 1964, la situazione cambiò nuovamente quando Habib Bourguiba espulse gli stranieri, compresi i Pandolfo, espropriando i loro beni. Da qui, la famiglia si trasferì a Napoli, dove iniziarono un nuovo capitolo di vita, affrontando le difficoltà di un campo profughi.
La scelta dei nuovi terreni da coltivare si fermò sulle sponde di Sabaudia, luogo ricco di risorse idriche. Qui, il nonno della famiglia ricominciò a piantare, e finalmente, nel 1968, arrivò la prima vendemmia. Per farsi conoscere, i Pandolfo adottarono un’idea creativa: lungo la strada verso la loro cantina, posizionarono botti per attirare i passanti. Questa astuzia portò alla nascita della “Via delle Botti”, un percorso oggi famoso per i visitatori della cantina.
Cantina Sant’Andrea: produzione e vini di qualità
La Cantina Sant’Andrea, di proprietà della famiglia Pandolfo, ha raggiunto un notevole traguardo, producendo oltre un milione di bottiglie all’anno suddivise in 16 etichette. Tra i vigneti principali c’è il primo, situato a pochi passi dalla cantina, dove il terreno rosso e sabbioso consente una coltivazione automatizzata e un facile accesso per la raccolta. Questa efficienza viene però bilanciata da un forte attaccamento alle tradizioni, come dimostrano le etichette delle loro creazioni che raccontano storie legate al territorio.
Nella linea Acquarelli, ad esempio, ogni vino è accompagnato da un’opera d’arte visiva che ne celebra il legame con le radici. L’Oppidum è un Moscato di Terracina secco, il cui nome celebra la storicità locale, con etichette che raffigurano luoghi significativi come il Tempio di Giove. La varietà di prodotti include anche un vino kosher, un continuare della tradizione ricevuta dalla vita in Tunisia e realizzato sotto l’attenta supervisione dei rabbini.
Il secondo vigneto, noto come “vigneto eroico”, si trova a Campo Soriano, ad oltre 300 metri sul livello del mare. Qui, l’agricoltura è particolarmente complessa a causa della scarsità d’acqua. Le piante affondano le radici in terreni carsici e la raccolta avviene esclusivamente a mano, in un processo che testimonia l’impegno e la passione della famiglia per la viticoltura sostenibile. Tra i vini più riconosciuti c’è il Moscato di Terracina Doc, chiamato Hum, che prende il nome dalle rocce su cui prosperano le viti.
Ristorante Seguire Le Botti: una cucina che celebra la tradizione
Un altro aspetto fondamentale dell’esperienza presso la Cantina Sant’Andrea è il ristorante dell’agriturismo “Seguire Le Botti”. Qui, i visitatori possono gustare piatti preparati con ingredienti freschi e regionali, sotto la direzione dello chef Pasquale Minciguerra. Dall’arrivo nel 2021, Minciguerra ha dedicato la sua creatività alla riscoperta e alla reinterpretazione della cucina laziale, utilizzando esclusivamente prodotti provenienti da agricoltori locali.
La filosofia del ristorante è chiara: supportare i produttori del territorio e garantire ingredienti freschi e genuini. Ogni stagione, il menu viene aggiornato per esaltare la qualità dei prodotti offerti. Eccellenze come formaggi selezionati, carne di bufala e verdure fresche direttamente dal campo offrono un’abbondante varietà di sapori. Tra i piatti più acclamati ci sono antipasti come Battuto di melanzane arrosto e carpaccio di bufalo, e primi come spaghetto all’acqua di pomodoro.
La volontà del ristorante è anche quella di raccontare il territorio, e non è raro che i clienti assistano alla preparazione dei piatti e imparino l’importanza della stagionalità. La ventata di freschezza e modernità portata dallo chef ha reso il ristorante un punto di riferimento per chi desidera vivere un’autentica esperienza gastronomica nel cuore del Lazio, legata al mondo della viticoltura e delle tradizioni locali.
Il ristorante e l’agriturismo di Borgo Vodice non sono solo una tappa obbligata per i gourmet, ma anche un’espressione viva della storia e della passione che la famiglia Pandolfo ha dedicato alla propria terra e ai suoi frutti.