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Le recenti notizie provenienti dalla Turchia riguardanti un focolaio di afta epizootica hanno sollevato serie preoccupazioni all’interno del comparto zootecnico italiano. Il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica ha richiesto con urgenza l’implementazione di una strategia nazionale in grado di fronteggiare le minacce epidemiche che incombono sugli allevamenti. Questo appello arriva in un momento critico, in cui le istituzioni sono chiamate a prendere misure preventive efficaci per proteggere la salute animale e la sicurezza alimentare del paese.
La situazione attuale della filiera agro zootecnica
Le sfide poste dalle malattie infettive
Negli ultimi anni, la filiera agro zootecnica italiana è stata messa a dura prova dalla devastante diffusione di diverse malattie infettive. Tra queste spiccano la Peste Suina Africana, che ha già inflitto danni ingenti agli allevamenti suini, e il virus della Blue Tongue, che ha ricominciato a colpire in seguito a condizioni climatiche favorevoli. La recente apparizione dell’Afta Epizootica rappresenta una nuova minaccia che potrebbe avere effetti devastanti sugli allevamenti di bovini, suini e ovini.
Il sindacato ha sottolineato la necessità di un serio intervento da parte delle autorità competenti. Come evidenziato da Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, il ministero della Salute deve intervenire in modo tempestivo per evitare un’ulteriore aggravamento della situazione. L’efficacia delle decisioni politiche è cruciale: è necessario garantire una protezione adeguata della filiera agro zootecnica per preservarne la salute e il valore commerciale.
Conseguenze economiche per il settore
Le malattie epidemiche non solo minacciano la salute degli animali, ma hanno anche ricadute economiche significative per il settore agroalimentare. La difficoltà di trovare sbocchi commerciali per i prodotti salumi nazionali testimonia la gravità della situazione. In assenza di misure di prevenzione attuabili, l’intera filiera potrebbe affrontare un crollo dei prezzi e una crisi di approvvigionamento. Il Sindacato avverte che un risparmio immediato sulla prevenzione veterinaria potrebbe comportare perdite economiche ben più gravi nel lungo termine, suggerendo quindi un cambio di rotta nella strategia sanitaria.
Necessità di potenziare i servizi veterinari regionali
Situazione dei servizi veterinari
Una delle richieste fondamentali del Sindacato è il potenziamento dei servizi veterinari a livello regionale, in particolar modo nelle aree ad alta concentrazione zootecnica come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Attualmente, con circa il 20% dei veterinari pubblici in procinto di andare in pensione nei prossimi anni, la carenza di personale si fa sentire. Questo ridotto organico rappresenta un rischio serio per la capacità di risposta delle ASL alle emergenze sanitarie.
Urgenza di una programmazione e coordinamento
Il Sindacato denuncia una mancanza di programmazione e coordinamento nelle strategie di profilassi contro le malattie infettive degli animali. Questa situazione è particolarmente critica in un contesto in cui potrebbero esserci scorte insufficienti di vaccini. L’incapacità di attuare contemporaneamente campagne vaccinali contro più epidemie, come la Peste Suina e la Blue Tongue, mette in discussione la possibilità di garantire la salute animale e la sicurezza alimentare nel paese.
Chiamata all’azione
Con la crescita delle minacce epidemiche e la necessità di garantire un intervento efficiente, gli operatori del settore animano la richiesta di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Solo tramite un’azione coordinata e tempestiva si potrà tutelare la salute degli animali e, conseguentemente, l’integrità della filiera agroalimentare italiana, un patrimonio da preservare e valorizzare.