Nel contesto della devastazione causata dalla Xylella nel Salento, emerge un segnale di speranza e rinascita grazie alla creazione di Tenuta Liliana. Situata nell’entroterra di Gallipoli, questa azienda vitivinicola non solo rispecchia la resilienza degli abitanti del luogo, ma promuove anche pratiche di agricoltura biologica e sostenibile, puntando a valorizzare la bellezza e la cultura della terra pugliese.
Il contesto della Xylella: un disastro per gli ulivi
La devastazione e le sue conseguenze
La Xylella fastidiosa, un batterio che ha colpito duramente gli uliveti pugliesi, ha provocato la morte di numerosi ulivi secolari, stravolgendo il paesaggio e l’economia locale. Questo disastro ha avuto un impatto negativo non solo sull’agricoltura, ma anche sulla cultura e sull’identità di una regione famosa per i suoi ulivi e il suo olio d’oliva di alta qualità. La perdita di questi alberi secolari rappresenta una ferita profonda per la comunità locale, poiché gli ulivi sono simbolo di tradizione e legame con la terra.
La risposta della comunità
Nonostante le avversità, la comunità pugliese non si è arresa. Sono emerse iniziative per riportare vita e ricchezza nel territorio, rinnovando le speranze di un futuro migliore. Una di queste iniziative è rappresentata da Tenuta Liliana, creata da Antonio e Liliana Intiglietta. Loro hanno deciso di investire nella terra natale, avviando un progetto che unisce passione, sostenibilità e innovazione.
Tenuta Liliana: un progetto vinicolo innovativo
La genesi dell’azienda
Nel 2017, Antonio e Liliana Intiglietta fondano Tenuta Liliana a Parabita, su 13 ettari divisi in cinque appezzamenti. Questa scelta singolare di diversificare le parcelle riflette una visione imprenditoriale attenta al territorio e alle sue peculiarità. L’azienda è specializzata nella produzione di vino biologico, un passo importante per la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. La cantina è situata in una ex cava di tufo, una location che unisce tradizione e innovazione.
L’approccio agronomico
L’agronomo ed enologo Andrea Fattizzo materiali nel team di Tenuta Liliana offre la sua competenza per scegliere le varietà di uva più adatte al clima e al terreno del Salento. In particolare, il Cabernet Sauvignon è stato identificato come vitigno ideale per esprimere la qualità e la finezza, mentre il Sauvignon offre un’ulteriore dimensione alla selezione. Collaborando con il vivaista francese Pier Marie Guillaume, la tenuta ha sperimentato l’impianto dei cloni più adatti e si è dedicata alla valorizzazione della terra.
Sfide e prospettive future
Un percorso guidato dalla passione
L’imprenditore Antonio Intiglietta, con una lunga carriera alle spalle nella promozione dei prodotti artigianali, ha portato in questo progetto il calore della tradizione pugliese e le esperienze accumulate a Milano. La missione è chiara: ridare dignità a una terra in difficoltà attraverso pratiche sostenibili e prodotti di qualità. La tenuta intende restituire al Salento il suo valore originario, non solo attraverso il vino, ma anche contribuendo alla rinascita economica della regione.
Il traguardo dell’eleganza
Nel 2021, Tenuta Liliana ha segnato un anno significativo di partenza per il suo progetto vinicolo. Fattizzo e Ferrini hanno sottolineato l’importanza di trovare l’equilibrio tra finezza e potenza nelle varie varietà di vino prodotte. L’obiettivo finale è quello di elevare il vino salentino a un livello di riconoscimento e qualità che possa competere sui mercati internazionali. Con circa 20.000 bottiglie prodotte nel 2022, questa giovane realtà si dimostra già un significativo attore nel panorama vitivinicolo della regione.
In un momento in cui il Salento vive una trasformazione, Tenuta Liliana rappresenta un esempio di come la collaborazione, la passione e l’innovazione possano guidare la rinascita di un territorio colpito da eventi avversi.