La relazione del dottor Francesco Benatti, presentata durante il ventesimo concorso “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” a San Pellegrino Terme, ha rivelato interessanti valutazioni sui consumi di vino. Nel suo intervento, Benatti ha evidenziato un aspetto cruciale che ha contribuito al successo del vino negli ultimi cinque decenni: l’importanza dell’origine territoriale rispetto alla mera varietà del vitigno. Questa scelta legislativa ha condotto a una maggiore valorizzazione delle peculiarità dei territori vinicoli italiani, conferendo ai vini una identità più marcata e riconoscibile.
Valorizzare l’origine territoriale: un’asse portante per il vino
Il ruolo delle Denominazioni di origine
Nel panorama vinicolo italiano, le Denominazioni di origine protetta e le Indicazioni geografiche protette rivestono un ruolo fondamentale. Questa classificazione permette di mappare territorialmente i vini e riconoscerne le caratteristiche uniche. Le diverse denominazioni, come il Doc o l’Igt , consentono di differenziare i vini non solo in base al vitigno, ma anche alla provenienza geografica.
Un esempio emblematico è rappresentato dai vini Barolo, Barbaresco e Roero, tutti realizzati con uva Nebbiolo, ma ciascuno con caratteristiche distinte che riflettono le specificità delle rispettive aree delle Langhe, in Piemonte. Analogamente, in Toscana, il vitigno Sangiovese dà origine a vini diversificati come il Chianti e il Brunello di Montalcino, evidenziando l’importanza della territorialità nel riconoscimento della qualità vinicola.
Regolamenti e discrezionalità nel sistema delle denominazioni
Le regole che governano l’assegnazione delle Denominazioni di origine sono chiare e servono a garantire coerenza e protezione per i produttori e i consumatori. Una delle normative fondamentali vieta l’uso del nome di un vitigno in una denominazione di origine e viceversa. Questa distinzione ha portato, ad esempio, alla modifica del nome del vitigno Prosecco, oggi chiamato Glera, per permettere una salvaguardia più efficace del vino legato al territorio di Prosecco in Friuli.
La logica dietro a tale scelta è che mentre i nomi dei territori sono limitati e specifici, un vitigno come il Glera può essere coltivato in molte località, non creando conflitti geografici. Questa strategia consente di sfruttare le potenzialità di un vitigno senza restrizioni legate a una singola denominazione geografica.
Problematiche e controversie nel sistema delle denominazioni
Conflitti territoriali e limiti all’uso dei vitigni
Nonostante l’esistenza di regole rigorose, le problematiche legate alle Denominazioni di origine non mancano. Attualmente ci sono casi significativi di conflitti territoriali che hanno suscitato confusione tra i produttori e i consumatori. Un esempio è la denominazione “Erbaluce di Caluso” in Piemonte, la quale ha escluso l’utilizzo del termine “Erbaluce” per altre aree. Questo ha generato difficoltà per chi desidera coltivare il vitigno al di fuori dell’area di Caluso, limitando la libertà di produzione.
Un’altra situazione controversa riguarda il vitigno Montepulciano, il quale è in conflitto con la denominazione “Nobile di Montepulciano”, un vino che prende il nome dalla cittadina toscana. Ciò ha portato a confusione dato che il vitigno non rappresenta la specificità del vino associato al nome della città, complicando ulteriormente il panorama vinicolo italiano.
Esempi di conflitti nella denominazione di vitigni e vini
Il caso del Moscato di Scanzo di Bergamo presenta un ulteriore esempio di problematiche nel sistema di nomenclatura. Qui, il nome della denominazione coincide con quello del vitigno, creando controversie non tanto legate alla qualità del vino, ma piuttosto a interessi specifici di alcuni individui o gruppi. La mancanza di chiarezza e coerenza in tali casi mette a rischio diritti e opportunità sia per i viticoltori che per i consumatori, e dimostra l’importanza di seguire le regole stabilite per mantenere un mercato del vino di qualità e rispettoso delle tradizioni territoriali.
Attraverso un’attenta valorizzazione dell’origine territoriale, il settore vinicolo italiano può continuare a prosperare, garantendo qualità e autenticità. Tuttavia, è evidente che l’applicazione rigorosa delle regole è cruciale per prevenire conflitti e assicurare un ambiente favorevole per i produttori e una scelta trasparente per i consumatori.