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Riapre il parco agroalimentare di Bologna: Grand Tour Italia cambia volto e ambizioni

di redazione Fornelli d'Italia

Il parco agroalimentare di Bologna, originariamente conosciuto come Fico, riapre al pubblico dopo nove mesi di chiusura forzata. Il nuovo nome, Grand Tour Italia, rappresenta una visione rinnovata dedicata alla celebrazione delle venti regioni italiane. Questo cambiamento arriva in un contesto in cui Bologna, da sempre salotto culinario, cerca di attrarre nuovamente turisti e visitatori locali, dopo un periodo di difficoltà.

Un nuovo inizio per il parco agroalimentare

Riaprire il parco agroalimentare di Bologna acquisisce un significato particolare, poiché il progetto inaugurato nel 2017 da Oscar Farinetti era emerso con grandi aspettative, alimentate dall’eco dell’EXPO di Milano. Fico era stato concepito come un’attrazione che avrebbe posto l’Italia al centro della scena gastronomica mondiale, supportato da investimenti privati e dalla partecipazione attiva dei principali marchi del Made in Italy.

Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa: malgrado le ingenti risorse investite e le molteplici iniziative promozionali, il parco ha vissuto un progressivo declino. Gli spazi, inizialmente concepiti per attirare visitatori, si sono trasformati in aree desolate, percepite come disgiunte dal tessuto urbano. Questo disinteresse da parte del pubblico è avvenuto proprio nel contesto di un forte aumento del turismo a Bologna, un fenomeno caratterizzato in gran parte dalla crescente notorietà della cucina locale e del suo patrimonio gastronomico, a testimonianza di un paradosso che ha messo in luce i limiti del progetto.

Le novità del Grand Tour Italia

Con il passaggio a Grand Tour Italia, gli organizzatori hanno messo in atto significativi cambiamenti. Tra le novità principali spicca la decisione di eliminare gli animali vivi dall’esposizione, un aspetto che aveva sollevato controversie e critiche. Questa scelta, insieme all’introduzione di attività ricreative, come una pista di go-kart, mira a rendere il parco più attraente per un pubblico diversificato.

Un colpo d’occhio sulle novità gastronomiche rivela un forte orientamento verso la tradizione culinaria regionale: ben venti ristoranti rappresenteranno ognuna delle regioni italiane, offrendo a turisti e residenti l’opportunità di esplorare i sapori del Bel Paese senza dover ovviamente allontanarsi da Bologna. Questo approccio non solo mira a rispondere alla domanda di esperienze gastronomiche autentiche, ma cerca anche di riconnettere il parco con l’identità culturale e alimentare dell’Italia, proponendo una narrazione ricca e coinvolgente delle storie regionali.

Il futuro di Grand Tour Italia nel panorama bolognese

L’amministrazione comunale e gli investitori sperano che il nuovo corso del parco agroalimentare possa trasformare l’immagine di Bologna come meta turistica, nonché riportare l’interesse su un’attrazione che ha vissuto anni di oblio. Con l’intento di attrarre non solo i turisti in visita ma anche i locali, il Grand Tour Italia si propone come un punto di riferimento non solo gastronomico, ma anche culturale per la città.

Molti osservatori del settore sono scettici riguardo alla capacità del nuovo progetto di superare le difficoltà degli anni passati. Tuttavia, il cambiamento di nome e di contenuti potrebbe rappresentare un atto necessario per una ripresa, dando così nuova vita a un’idea che, sebbene ostacolata da una gestione iniziale poco efficace, porta con sè il potenziale di diventare un’esperienza imprescindibile per chi visita Bologna. Con queste rinnovate ambizioni e un’offerta diversificata, il parco potrebbe finalmente trovare la sua giusta collocazione nel panorama delle attrazioni italiane e dei luoghi da visitare nella città emiliana.