Podere 676,il gusto speciale di una birra artigianale.

Podere 676,il gusto speciale di una birra artigianale. Podere 676,il gusto speciale di una birra artigianale.

Un birrificio che non ti aspetti, con una storia che non ti aspetti, per una birra che non ti aspetti! Il birrificio agricolo Podere 676 è senza dubbio la rivelazione dell’anno nel settore brassicolo laziale.
Letteralmente figlio del Covid, è nato per mano di due coppie di fratelli che, presi dalla morsa dello stop economico pandemico, hanno reagito alla triste situazione, che li costringeva al palo per mesi dalle diverse occupazioni, con una idea e un progetto che ha stupito molti nella determinazione e passione della sua .

La Storia di Podere 676 e dei suoi creatori

Da appassionati delle grandi birre artigianali, i cugini Genovese, Andrea, Marco, Dimitri e Omar hanno deciso di resistere e riemergere, riportando in auge l’antica azienda agricola del nonno, Pietro Genovese, sorta a Testa di Lepre (frazione di Fiumicino) nel 1953, da un podere di 20 ettari ottenuto in concessione dall’Ente Maremma (l’attuale Arsial) quale reduce di guerra e nullatenente.
E’ proprio Andrea Genovese che ci racconta la storia e come all’epoca lo Stato dava la possibilità ai cittadini di coltivare un fondo agricolo e autosostenersi.
Così Pietro è riuscito a riscattare il fondo negli anni ‘60 per poi trasferirne la proprietà ai suoi due figli maschi (i padri dei quattro attuali proprietari), i quali però non sfruttarono a dovere il fondo avendo altre attività.
Nel 2020 i quattro nipoti, già grandi amanti del settore, una sera davanti al barbecue “divorando salsicce e tracannando birra” sono stati illuminati da una idea trasformandola poi, con entusiasmo e passione, in un progetto comune.
Questo però doveva avere delle basi ben determinate, ovvero un’agricoltura brassicola nuova ed originale che consisteva nel coltivare luppolo e orzo distico da birra per poi trasformarli in birra artigianale di qualità.
Quindi esattamente l’11 maggio 2020 è stato messo a dimora il primissimo mezzo ettaro di luppolo, varieta “Cascade”; la scelta è ricaduta dunque su un tipo luppolo certificato americano, l’unico ad adeguarsi al meglio alle condizioni pedoclimatiche dell’ambiente della campagna romana.
Il Cascade è il luppolo base che viene utilizzato in tutti gli stili di birra, che qui inoltre vengono prodotte in totale regime biologico.
Podere 676 infatti attualmente è un’azienda in conversione ovvero nella fase triennale di controlli per la certificazione Bio.

La produzione e le birre di Podere 676

La prima produzione in assoluto è avvenuta il 7 luglio del 2021 per poi andare in vendita a fine agosto, quindi un birrificio veramente recente che dalla scorsa estate è arrivato a commercializzare oggi ben 8 tipologie di birra; l’ottima qualità dei prodotti finali è dovuta anche a Valerio Granese, 25 anni, giovanissimo Mastro Birraio dell’azienda, uno dei primissimi laureati a Perugia nel nuovo corso di Tecnologie Birraie.
Le prime tre birre sono state: una tipica Pilsner, birra chiara e basilare; poi una Apa (Amarican Pale Ale) molto modaiola e una Bock, una birra rossa.
Man mano si sono aggiunte: una Kolsch, birra bionda a basso grado alcolico, una Tripel, una birra d’abbazia a 9,5°, molto corposa, e infine una Schwartz, una nera tedesca, leggera, meno corposa ma più beverina.
Inoltre l’azienda produce sempre delle birre dette “stagionali”,come ad esempio durante la raccolta del luppolo avviene la produzione di una birra chiamata Fres-hops, dai forti sentori di luppolo sia all’olfatto che al palato.
In occasione e in onore della (Non è la)Sagra del carciofo romanesco di Ladispoli (Rm) è stata pensata e realizzata una birra al carciofo e rosmarino, che è stata presentata proprio per celebrare l’atteso ritorno dell’evento.
Ancora, in concomitanza con la scorsa vendemmia l’azienda ha sperimentato una birra mista al vino, stile già riconosciuto da BJCP (Beer Judge Classification Program) come IGA (Italian Grape Ale); un prodotto che deve rispettare un preciso disciplinare e che contempla il 40% di mosto di uva e il 60% di mosto di birra.
Qui a Testa di lepre ne producono ben due , una con la Malvasia puntinata e l’altra con le uve rosse laziali.
Coltivando in regime bio, l’azienda inoltre è entrata a far parte del “Biodistretto Etrusco-Romano” nel quale era già presente la cantina che mette a disposizioni tali mosti d’uva, Castello di Torreinpietra; quindi si è creata una stretta e fattiva collaborazione con marchio tra le due aziende fiumicinesi.
Anticipazione in esclusiva solo per Fornelli d’Italia, presto Podere676 produrrà una birra alla carota per celebrare la certificazione IGP della famosa carota di Maccarese.

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Birrificio giovane con i primi riconoscimenti


Anche se da poco in produzione, Podere676 ha già avuto ottimi riscontri ed un importante riconoscimento nei primi mesi del 2022 .
Un meritatissimo secondo posto al Premio Lallemand – Birrificio Debuttante, un concorso di ricette rivolto ai nuovi marchi italiani di birra artigianale che sono sorti in Italia nell’ultimo anno.
I nuovi birrifici in concorso devono presentare una tipologia di birra nuova che esprime creatività e dona valore al lievito usato (Lallemand appunto è l’azienda che produce lieviti da birra).
Ebbene la birra presentata da Podere 676 a tale concorso è salita sul secondo gradino del podio con enorme gioia, orgoglio e soddisfazione dei quattro cugini Genovese.
Va doverosamente detto che il 1 maggio 2022 la birra vincente, una Summer Saison Double Dry Peppering, sarà confezionata e imbottigliata, quindi commercializzata.
La stessa è stata oggetto qualche settimana fa di una cotta pubblica nel Podere.
Una birra di soli 3 gradi alcolici , molto fresca e prettamente estiva, con sentori di lime, pepe di Sichuan e sale dell’Himalaya.

Il simbolo dell’azienda e la numerologia delle etichette

Il simbolo del birrificio è molto particolare e non ha molto a che fare con l’ambiente brassicolo ma molto più con la storia del Podere
E’ un cinghiale stilizzato che richiama il vecchio marchio dell’Ente Maremma, rappresentato nella mattonella 20×20 che era esposta nel casale patronale e che faceva parte del podere agrario, dove inoltre era riportato il numero del podere.
Da qui il nome Podere 676.
Quindi mentre il nome dell’azienda richiama la storia del Podere, i numeri sulle etichette delle bottiglie vogliono significare in qualche modo i suoi proprietari o e la loro nuova attività.
La 51, ovvero la Pils , la prima birra prodotta in assoluto, rappresenta nella numerologia la famiglia ( i quattro cugini) e questa la nuova avventura nel mondo della birra; la 50, rappresenta le prime 50 piante di luppolo messe a dimora (oggi sono arrivate a oltre 700); poi la 14 sta a significare gli ettari censiti nel fascicolo Agea dell’azienda agricola; la 3 invece rappresenta il numero di ettari di orzo distico; la 69 , una birra con alto grado alcolico, che potrebbe mettere a dura prova il bevitore, è rappresentata da due numeri speculari a significare che uno è sottosopra rispetto all’altro, sensazione che potrebbe dare tale birra.
Infine la 164 , che è una IGA, tre lettere che potrebbero ricordare proprio il numero sull’etichetta.

 

www. podere676.com – Via Antonio Casetti, 30 – Testa di Lepre – Fiumicino

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