Il Vino Nobile di Montepulciano si arricchisce di una nuova denominazione, il “Pieve” Docg, a partire dal 1 gennaio 2025, rendendo omaggio alla storicità e territorialità del territorio poliziano. Questa nuova etichetta prevede un affinamento minimo di 36 mesi e rappresenta il culmine di un progetto avviato dai produttori del consorzio per identificare 12 Unità Geografiche Aggiuntive . Queste si differenziano per le loro caratteristiche geologiche e ambientali. A Roma, durante la prima degustazione ufficiale, il presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi, ha illustrato il significato di questo traguardo per l’intera comunità vinicola.
Un progetto ben strutturato: la nascita del “Pieve” Docg
Durante l’evento di lancio, svoltosi all’Hotel De Russie, gli ospiti hanno potuto assaporare piatti preparati dal noto chef Fulvio Pierangelini, creando un connubio perfetto tra gastronomia e vino. Il presidente Rossi ha evidenziato come questo progetto nasca da un’intensa attività di ricerca che ha coinvolto documenti storici, riscoprendo la suddivisione del territorio in pievi già dall’epoca tardo romana e longobarda. La storicità di queste aree, divenute nel tempo le parrocchie che gestivano le produzioni agricole locali, è testimoniata anche dal Catasto Leopoldino del 1765.
Il processo di creazione e approvazione del “Pieve” Docg ha richiesto tre o quattro anni di impegno, con il supporto di oltre il 50% dei produttori. Nonostante il consenso prevalente, il presidente ha notato che alcuni produttori potrebbero ancora non sentirsi pronti o avere il prodotto adeguato. Il progetto ha ricevuto il supporto anche da enti come la Regione Toscana e il Ministero dell’Agricoltura, coinvolgendo esperti del settore come Daniele Cernilli di Doctor Wine.
Le caratteristiche delle pievi: un focus sulla mappatura
Le 12 Pievi identificate rappresentano una risorsa preziosa per il Vino Nobile di Montepulciano: Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valardegna e Valiano. Ognuna di queste unisce una tradizione secolare alla qualità della produzione vitivinicola. Secondo la documentazione storica, queste aree erano già in passato dedicate alla produzione di vino locale, con pratiche e normative che differivano a seconda delle caratteristiche specifiche del territorio, dalla maturazione delle uve alle tecniche di raccolta.
La voglia di innovazione si coniuga perfettamente con la volontà di mantenere un forte legame con il passato. Luca Tiberini, vicepresidente del consorzio, ha espresso ottimismo per il futuro di questa iniziativa, sebbene si necessiti di tempo per valutare i risultati. La creazione di questa suddivisione territoriale, in effetti, non ha precedenti all’interno dello stesso comune, mirandosi a legare la qualità del prodotto al terroir in modo più olistico.
Un nuovo sapore: il lancio commerciale del “Pieve” Docg
A partire da gennaio 2025, il mercato si preparerà ad accogliere circa 300mila bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” Docg, etichettato con l’Ug corrispondente. La previsione è di incrementare la produzione fino a circa 700mila bottiglie per l’annata 2022, corrispondente a un 10% della produzione totale. La novità di questa denominazione è, come sottolineato da Daniele Cernilli, unica nel panorama vinicolo, in quanto non vi sono state simili suddivisioni all’interno di un singolo comune.
Questa nuova direzione promette una crescita significativa e contribuirà a differenziare ulteriormente il Vino Nobile di Montepulciano nel mercato globale, enfatizzando le origini e le peculiarità conferite dalla terra.
Un disciplinare rigoroso per garantire la qualità
Il disciplinare per il Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” Docg sarà particolarmente dettagliato e restrittivo. Stefania Vinciguerra di Doctor Wine ha esposto che le rese saranno soggette a un massimo di 70 quintali per ettaro e il blend dovrà essere composto per l’85% da Sangiovese, oltre a vitigni autoctoni di supporto. Le uve dovranno essere totalmente prodotte dall’azienda imbottigliatrice, con una limitazione del 5% per il Colorino.
L’affinamento obbligatorio del vino sarà di almeno tre anni, comprendente 12 mesi in legno, 12 in bottiglia e ulteriori 12 mesi a discrezione del produttore. Una commissione interna al consorzio avrà il compito di approvare le partite di vino idonee a utilizzare il termine “Pieve”. Le partite non ritenute idonee potranno richiedere l’idoneità al Vino Nobile di Montepulciano.
Un legame con il passato: la tradizione vitivinicola di Montepulciano
I produttori del consorzio hanno accolto con favore le nuove restrizioni, sottolineando che già dagli anni ’90 Montepulciano aveva avviato un processo di zonazione. Durante l’evento di presentazione a Roma, sono stati degustati i vini di 12 cantine, ciascuna rappresentativa delle Pievi. Le cantine coinvolte, come Azienda Fattoria della Talosa e Azienda Avignonesi, hanno avuto l’occasione di mostrare le loro peculiarità qualitative, offrendo agli ospiti un’interpretazione unica della vendemmia 2021.
Questa degustazione ha permesso di apprezzare le diverse espressioni del Vino Nobile di Montepulciano attraverso l’innovazione e il radicamento nella storia, promuovendo una visione contemporanea del vino toscano tra tradizione e modernità.