La salvaguardia del cavallo di Przewalski: un successo della conservazione della biodiversità

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Il cavallo di Przewalski, noto per essere l’unica specie di cavallo selvatico rimasta, è tornato libero nella natura dopo decenni di sforzi per la sua conservazione. Questo articolo esplora i progressi significativi compiuti dal 1992, anno in cui è iniziata una lunga maratona di recupero per questa specie, fino ai brucianti risultati odierni in Cina, Mongolia e Kazakistan.

Il ritorno del cavallo di Przewalski: storia e iniziative

Estinzione e reintroduzione

Nel 1969, l’ultimo esemplare di cavallo di Przewalski fu avvistato allo stato selvatico, portando alla dichiarazione di estinzione della specie. La sua salvezza è iniziata nel 1992, quando hanno preso avvio i programmi di allevamento nei parchi zoologici europei. Tali sforzi hanno aperto la strada alla reintroduzione nella natura, con il primo gruppo significativo rilasciato nel 2001 in Mongolia.

La rassegna Fieracavalli di Verona ha celebrato i 32 anni di questo progetto, evidenziando il traguardo significativo di oltre 1.300 esemplari ora nella loro habitat naturale. La loro presenza è stata ribadita dal Parco Natura Viva di Bussolengo, parco zoologico che ha partecipato attivamente al progetto dal 2007.

Collaborazioni europee

Il ruolo delle istituzioni è cruciale in questo complesso progetto di conservazione. Il Parco Natura Viva, insieme allo Zoo di Praga, alla Zoological Society di Francoforte, allo Zoo di Berlino e allo Zoo di Norimberga, ha guidato un’azione concertata per stabilire una riserva genetica di 328 cavalli in Europa. Questo impegno ha determinato una significativa inversione nella classificazione della specie dalla “estinta in natura” a “in pericolo”.

Oltre agli sforzi di allevamento, le collaborazioni con enti locali e parchi nazionali, come il Parco Nazionale Hortobágyi, hanno contribuito a proteggere le aree dove sono stati reintrodotti questi cavalli.

Monitoraggio e minacce ambientali

L’importanza del monitoraggio

Una recente spedizione di monitoraggio in Mongolia ha rivelato dati rilevanti sulla popolazione di cavalli di Przewalski. Caterina Spiezio, direttrice scientifica di Fondazione ARCA del Parco Natura Viva, ha riferito che il monitoraggio ha rivelato oltre 300 esemplari organizzati in 70 gruppi nel Parco Nazionale di Hustai. Questo è un segnale positivo, ma non è ancora sufficiente per garantire la sopravvivenza a lungo termine della specie.

Minacce persistenti

Malgrado i progressi, la specie rimane ancora minacciata da fattori esterni, tra cui la degradazione dell’habitat e le pressioni ambientali. La continua perdita di habitat dovuta a fattori come l’urbanizzazione e l’agricoltura intensiva rappresenta una sfida significativa per la conservazione del cavallo di Przewalski.

Spiezio ha sottolineato che la reintroduzione del Kazakistan come sito di rilascio rappresenta un passo fondamentale per la continuità genetica tra le popolazioni in Cina e Mongolia. Tuttavia, il vero successo della conservazione sarà raggiunto solo quando la popolazione totale di cavalli di Przewalski nel loro habitat naturale raggiungerà circa 500 individui.

Le prospettive future per la specie

Il progetto di conservazione del cavallo di Przewalski ha già ottenuto risultati significativi, ma il cammino verso la sostenibilità rimane lungo. Gli sforzi continui per preservare questi animali saranno efficaci solo se affiancati da un’adeguata protezione dell’habitat.

La comunità scientifica e gli attivisti per la conservazione continueranno a lavorare per affrontare le sfide esistenti. La speranza è che, con i giusti sforzi e strategie, il cavallo di Przewalski possa non solo sopravvivere, ma prosperare nelle steppe dell’Asia centrale, ripristinando così un inestimabile patrimonio naturale.