Fornelli d'Italia

Italia raggiunge quota 319 prodotti agroalimentari di qualità riconosciuti dalla Ue nel 2022

di redazione Fornelli d'Italia

A fine 2022, l’Italia ha registrato un significativo aumento dei prodotti agroalimentari di alta qualità riconosciuti dall’Unione Europea, attestandosi a 319 specialità, quattro in più rispetto all’anno precedente. Questi risultati positivi sono frutto del lavoro di oltre 81.400 produttori certificati, un incremento dello 0,4% che si concentra principalmente nelle aree del Sud Italia e delle Isole. Il report dell’Istat mette in luce il primato italiano nel panorama europeo, evidenziando l’importanza della vocazione territoriale e dei disciplinari di produzione nel mantenimento della qualità.

Il primato italiano nel settore agroalimentare

Aumento dei prodotti di qualità Dop, Igp e Stg

Il report dell’Istat pone l’accento sul posizionamento dell’Italia nel mercato agroalimentare europeo. Con 319 prodotti di qualità riconosciuti, l’Italia conferma la sua leadership tra i Paesi dell’Unione Europea. Questa affermazione si traduce in una crescente forte localizzazione dei produttori, che nel 2022 risultano essere distribuiti per il 41,5% tra Sud e Isole. Di questi, il 14,4% proviene dalle regioni meridionali e il 27,1% dalle Isole, con la Sardegna che da sola rappresenta una quota significativa. I dati indicano come il 19,4% dei produttori sia situato in Sardegna, seguita da Trentino-Alto Adige e Toscana, con rispettivamente il 13,9% e il 13,8%.

Questa distribuzione è un chiaro riflesso della vocazione agricola delle diverse regioni italiane, favorendo un aumento costante di produttori nelle aree meridionali. Negli ultimi dieci anni, infatti, il numero di produttori nel Sud è aumentato significativamente, passando dall’8,4% nel 2012 al dato attuale.

Distribuzione dei produttori e dei trasformatori

Settori agroalimentari in crescita

Scendendo più nel dettaglio, i dati mostrano che oltre l’80% dei produttori italiani è attivo in tre categorie principali: formaggi , oli di oliva extravergine e prodotti ortofrutticoli e cereali . La Sardegna si distingue particolarmente nel settore caseario, con un’incidenza del 44,8% sui formaggi. La categoria delle carni fresche è in espansione, con 9.458 produttori, in crescita del 3,7%. I principali player si trovano nel Nord-ovest, con la Lombardia al primo posto, seguita dal Piemonte.

Tuttavia, è da segnalare una flessione del 7% nel numero di trasformatori, il che indica una necessità di bilanciamento tra produzione e trasformazione. Al di fuori della Sardegna, il Lazio, la Toscana e l’Umbria si dimostrano regioni attive per quanto riguarda l’allevamento. La distribuzione dei trasformatori appare più variegata, con una predominanza in Campania , seguita da Toscana e Marche.

Il settore ortofrutticolo e l’olivicoltura italiana

Tradizioni regionali e specializzazioni

L’analisi del settore ortofrutticolo evidenzia come il Trentino-Alto Adige giochi un ruolo fondamentale, con una quota pari al 49,7% della produzione in questo segmento. La Toscana, d’altra parte, è nota per la sua tradizione olivicola, che contribuisce a rendere l’Italia un attore cruciale nel mercato degli oli di oliva. Prodotti come l’Agnello di Sardegna e il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale confermano la qualità delle carni italiane, mantenendo l’Italia ai vertici delle classifiche agroalimentari.

L’importanza della qualità e della tradizione è un valore condiviso tra i produttori, che continuano a investire nella sostenibilità delle pratiche agricole e nel mantenimento delle varietà tipiche che caratterizzano ogni regione. Questo impegno è essenziale non solo per il mercato locale, ma anche per preservare l’eredità culturale, gastronomica e ambientale italiana, che continua a pretendere l’attenzione di consumatori e critici a livello globale.

In questo contesto, l’Italia non solo celebra i suoi successi attuali ma guarda anche a un futuro in cui l’eccellenza agroalimentare continuerà a essere una delle sue principali risorse.