Il cavallo di Przewalski, una razza selvaggia originaria delle steppe dell’Asia centrale, è stato dichiarato estinto in natura nel 1969. Tuttavia, da quel momento è iniziato un ambizioso progetto di conservazione che ha visto la luce nel 1992, attraverso programmi di allevamento in diversi zoo europei. Quest’anno, con sette esemplari reintrodotti nei loro habitat naturali, il 2024 segna un importante traguardo: oltre 1.300 cavalli di Przewalski vive ora liberamente in Cina, Mongolia e Kazakistan. Un resoconto dettagliato di questo progetto è stato fornito dal Parco Natura Viva di Bussolengo, l’unico zoo italiano a ospitare questa specie dal 2007, in occasione della Fieracavalli a Verona.
Il percorso verso la reintroduzione
Negli anni ’90, dopo una lunga fase di declino, è emersa la necessità di ripristinare la popolazione di cavalli di Przewalski. Grazie alla cooperazione internazionale e agli sforzi congiunti di varie istituzioni, tra cui il Zoo di Praga e la Zoological Society di Francoforte, è stato possibile sviluppare un piano di allevamento e rilascio di esemplari. I risultati sono tangibili: attualmente, 328 animali compongono una riserva genetica che ha reso possibile il recupero di questa specie.
Il Parco Natura Viva ha recentemente partecipato a una spedizione di monitoraggio in Mongolia, un’iniziativa fondamentale per monitorare le condizioni delle popolazioni reintrodotte. Durante questa missione, è stato evidenziato che il Parco Nazionale di Hustai ospita una delle più grandi popolazioni di cavalli di Przewalski, con oltre 300 esemplari distribuiti in 70 gruppi. Tuttavia, nonostante questi progressi, il lavoro di conservazione è lungi dall’essere concluso.
Sfide e obiettivi futuri
La reintroduzione del cavallo di Przewalski rappresenta una delle storie di successo nella conservazione della biodiversità, ma il cammino è ancora irto di ostacoli. La specie è tornata a essere classificata dall’IUCN come “in pericolo” invece di “estinta in natura“, ma il mondo naturale presenta sempre nuove sfide.
Caterina Spiezio, direttrice scientifica della Fondazione ARCA del Parco Natura Viva, ha dichiarato che “l’aggiunta del Kazakistan tra i siti di reintroduzione è un passo cruciale“. Questa mossa mira a favorire interconnessioni tra le varie popolazioni di cavalli già stabilite in Cina e Mongolia. Sebbene la Mongolia resti il principale habitat per i cavalli di Przewalski, il rischio di perdita dell’habitat e altre minacce ambientali persiste. Il monitoraggio delle popolazioni è fondamentale affinché possano continuare a prosperare in un habitat protetto.
Il ciclo di vita e le caratteristiche del cavallo di Przewalski
Il cavallo di Przewalski, noto anche come Takhi in mongolo, si distingue per la sua robustezza e adattabilità agli ambienti ostili delle steppe. Questi animali sono generalmente di dimensioni più piccole rispetto ai cavalli domestici, con criniere erette e una colorazione che varia dal marrone al sabbia, con un aspetto distintivo e una personalità forte. Vivono in gruppi sociali e stabiliscono legami all’interno delle loro comunità, rivelando comportamenti sociali complessi.
Con la nascita di nuovi esemplari e l’aumento della popolazione, diventa cruciale garantire che le nuove generazioni possano vivere in un habitat sicuro e sostenibile. La protezione dell’habitat naturale, la gestione delle risorse e la sensibilizzazione sono fattori che contribuiranno a garantire che la specie possa non solo sopravvivere, ma prosperare in futuro. Questo progetto di conservazione ha esemplificato l’importanza del lavoro collettivo tra scienziati, enti locali e organizzazioni internazionali per salvaguardare una delle specie più iconiche dell’Asia centrale.