La recente decisione del Comitato Paff della Commissione europea ha segnato un cambiamento significativo per la Sardegna e l’industria suinicola italiana. Con un voto unanime di tutti gli Stati membri, sono state abrogate le ultime misure restrittive legate alla Peste suina africana , riconoscendo l’eradicazione della malattia dopo oltre quarant’anni di lotta. Questa svolta offre nuove opportunità per la commercializzazione dei prodotti suini dell’isola, permettendo al settore di riprendersi dopo anni di limitazioni.
le origini della peste suina africana in sardegna
introduzione della malattia e la sua evoluzione
La storia della Peste suina africana in Sardegna ha avuto inizio nel 1978, anno in cui il virus ha fatto la sua comparsa nell’isola. Da quel momento, la malattia ha proliferato, toccando quasi tutte le zone dell’arcipelago. Comprendere l’evoluzione del virus e le sfide affrontate negli anni è fondamentale per apprezzare il recente traguardo raggiunto. Negli anni ’80 e ’90, gli allevatori e le autorità locali hanno tentato di contenere la diffusione della malattia attraverso misure di quarantena e abbattimenti mirati, ma gli sforzi non hanno prodotto risultati significativi.
l’ultimo caso e la mobilitazione per l’eradicazione
La situazione è iniziata a mutare nel 2014, quando è stata istituita l'”Unità di Progetto” per il controllo della PSA. Questa iniziativa ha rappresentato un cambio di marcia nella lotta contro il virus; dopo un intenso lavoro coordinato, l’ultima segnalazione di PSA in Sardegna risale al 2019. Questo evento ha segnato una svolta epocale e ha permesso di avviare pratiche di eradicazione più efficaci, unite a un impegno collettivo da parte di diverse istituzioni.
le strategie adottate e il ruolo degli attori coinvolti
azioni di abbattimento e controllo della malattia
Le strategie messe in atto per combattere la PSA si sono concentrate su tre fronti principali: l’abbattimento dei suini allevati illegalmente allo stato brado, il rafforzamento delle misure di controllo sanitario per suini domestici e cinghiali, e la formazione degli operatori del settore. Queste azioni sono state cruciali per ridurre la circolazione del virus e garantire un ambiente più sano per gli allevamenti.
riconoscimenti e ringraziamenti ai protagonisti
Davide Calderone, direttore di Assica, ha attribuito parte del merito per questo straordinario risultato all’impegno di molteplici attori coinvolti. Sottolinea l’importanza del ruolo di Giovanni Filippini, Commissario straordinario alla PSA, e Alberto Laddomada, ex Capo unità salute animale della Sante, i quali hanno guidato il lavoro d’eradicazione. Calderone ha inoltre messo in evidenza l’apporto degli esperti e dei tecnici del ministero della Salute e della Regione Sardegna, che hanno lavorato in sinergia per affrontare una situazione critica che ha avuto conseguenze devastanti per l’economia e la società locale.
il futuro dell’industria suinicola in sardegna e in italia
opportunità e sfide post-eradicazione
Con l’abrogazione delle restrizioni, l’industria suinicola della Sardegna si trova di fronte a nuove opportunità. Gli allevatori possono ora commercializzare i loro prodotti oltre i confini dell’isola, accedendo a mercati più ampi e aumentando il potenziale di guadagno. Tuttavia, rimane fondamentale mantenere alta l’attenzione sul monitoraggio della sanità animale e implementare misure preventive per evitare eventuali ricadute.
la necessità di vigilanza continua
Calderone ha sottolineato che, sebbene il virus sia stato eradicato dalla Sardegna, è vitale concentrare gli sforzi anche nelle altre aree d’Italia colpite dalla PSA. L’unione di strategie e il continuo monitoraggio sono necessari per garantire che la malattia non torni a minacciare l’industria suinicola nazionale. L’approccio attuale potrebbe rappresentare un modello per la gestione di future emergenze sanitarie legate agli animali, dimostrando che con strategie adeguate è possibile raggiungere obiettivi che possono sembrare impossibili.