Fiano di Avellino Docg: il seminario che segna un cambiamento nella comunicazione del vino

Fiano di Avellino Docg: il seminario che segna un cambiamento nella comunicazione del vino - Fornelliditalia.it

La recente comunicazione intorno al vino sta subendo una trasformazione significativa, testimoniata dal seminario “Fiano di Avellino Docg, territorio e cultura” che si è tenuto presso l’Enoteca la Botte a Casagiove, in provincia di Caserta. Organizzato da esperti del settore e rivolto a sommelier e appassionati, questo evento ha messo in luce l’importanza del Fiano di Avellino, valorizzando la ricchezza del suo terroir e aprendo nuove prospettive per la promozione di questa rinomata varietà.

Fiano di Avellino, un seminario rivelatore

Gli esperti di Ais al centro dell’evento

I relatori principali del seminario sono stati Marco Ricciardi e Pietro Iadicicco, esponenti dell’Associazione Italiana Sommelier , che, accompagnati da rinomati produttori della zona, hanno condiviso la loro conoscenza approfondita sul Fiano di Avellino Docg. Ricciardi, con il suo noto talento comunicativo, ha guidato i partecipanti in un viaggio attraverso le diverse caratteristiche morfologiche e orografiche della zona, sottolineando come queste influenzano il profilo organolettico dei vini locali.

La sessione ha compreso un uso sapiente di presentazioni visive e slide, che hanno reso la spiegazione accessibile e coinvolgente, alternando momenti di teoria a sessioni di degustazione. Questo approccio ha permesso ai partecipanti di comprendere meglio il legame tra il territorio e le caratteristiche uniche del Fiano di Avellino, offrendosi come un’opportunità per approfondire non solo la teoria del vino, ma anche il suo consumo e apprezzamento.

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Un focus sui produttori locali

Durante il seminario, sono stati presentati vari produttori, ognuno con la propria interpretazione del Fiano di Avellino, il che ha arricchito ulteriormente l’esperienza. La presenza di questi vignaioli ha reso evidente l’importanza della tradizione e dell’innovazione nella viticoltura irpina, dimostrando come il rispetto per il territorio possa fruttare vini di qualità eccellente.

La varietà delle espressioni del Fiano, esemplificata attraverso le diverse vendemmie e tecniche di vinificazione, ha stimolato conversazioni costruttive tra i partecipanti e i relatori, fungendo da ponte tra teoria e pratica. La passione condivisa per il vino ha unito le persone presenti, creando un’atmosfera di collaborazione e curiosità.

Degustazione dei vini Fiano di Avellino

I vini assaggiati durante il seminario

La degustazione di cinque selezionati Fiano di Avellino Docg ha rappresentato il cuore del seminario, offrendo ai partecipanti la possibilità di esplorare la complessità di questi vini. Ogni vino presentato ha raccontato una storia unica, riflettendo il territorio di origine e il lavoro degli artigiani che lo producono.

  1. Fiano di Avellino Docg Ciro 906 2014: Un vino dal colore giallo paglierino vivace, perfetto con frutti di mare e crostacei, rappresenta un esempio di freschezza e mineralità tipica del Fiano.
  2. Fiano di Avellino Docg Le Pietre 2022: Prodotto dalla Famiglia Pagano, questo vino ha un bouquet fresco e fruttato, adatto per un abbinamento con frittura di pesce, grazie alla sua leggera acidità.
  3. Fiano di Avellino Docg 2014 di Guido Marsella: Con un profilo aromatico raffinato, è eccellente con antipasti a base di pesce crudo e sushi, mostrando la capacità del Fiano di adattarsi a piatti più complessi.
  4. Fiano di Avellino Docg Pietramara Riserva Etichetta Bianca 2018 di I Favati: Questo vino si distingue per la sua promessa di evoluzione e complessità, preannunciando un grande potenziale di invecchiamento.
  5. Fiano di Avellino Docg Neviera di Sopra 2019 di Rocca del Principe: Un vino intrigante affinato in parte in barrique, sposando tradizione e innovazione nel suo processo produttivo.

La varietà e la qualità di questi vini dimostrano come il Fiano di Avellino possa dinamicizzarsi in diverse interpretazioni, mantenendo sempre una forte connessione con il suo terroir originario.

Numeri significativi del Fiano di Avellino

Dati di produzione e area di coltivazione

Mentre l’evento si concentrava sull’esplorazione sensoriale del Fiano di Avellino, è importante considerare anche gli aspetti numerici che caratterizzano questa denominazione. La zona di produzione del Fiano di Avellino Docg copre una superficie di circa 394 ettari, equivalenti a circa 563 campi di calcio, evidenziando quanto sia contenuta in termini di territorio.

La produzione annuale è stimata intorno ai 14mila ettolitri, corrispondenti a circa 2 milioni di bottiglie. Questi dati potrebbero sembrare relativamente modesti nel panorama vitivinicolo italiano, ma racchiudono un potenziale di qualità e distintività. La limitatezza di produzione suggerisce che è fondamentale trasmettere il valore di questa tipologia di vino in modo efficace; in questa ottica, eventi come il seminario acquistano un’importanza cruciale per promuovere il Fiano di Avellino.

Riflessioni sulle possibilità future

Dopo aver esaminato il Fiano di Avellino in termini di produzione, è chiaro che la comunicazione strategica è essenziale per aumentare la sua visibilità, soprattutto tra le nuove generazioni di consumatori. In un contesto di calo dei consumi, risulta opportuno pensare a iniziative che incoraggino il consumo responsabile e mirato. La valorizzazione delle diverse sottozone e caratteristiche del Fiano potrebbe servire non solo ai fini di mercato, ma anche per far emergere l’identità culturale di questa pregiata varietà di vino.

Questo seminario ha dimostrato come il Fiano di Avellino sia più di un semplice prodotto vinicolo; rappresenta una tradizione, un territorio e una comunità di persone appassionate. La comunicazione efficace di questi valori potrebbe essere la chiave per un futuro prospero, favorendo una riconversione del brand Fiano sul mercato globale.

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