Il settore agroalimentare italiano si trova in una situazione delicata a causa delle nuove tariffe doganali che potrebbero entrare in vigore a partire dal 2 aprile 2025. Prodotti emblematici come il Chianti, l’Amarone, la Barbera, il Friulano, la Ribolla, il Pecorino Romano, il Prosecco e persino il sidro di mele rischiano di subire un forte impatto a causa della guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump.
Analisi delle regioni vulnerabili
L’analisi condotta da Cia-Agricoltori Italiani durante la sua X Conferenza economica, tenutasi a Roma, evidenzia come alcune regioni, in particolare la Sardegna e la Toscana, siano particolarmente vulnerabili a perdite economiche significative. Le nuove tariffe potrebbero compromettere i risultati raggiunti finora, vista la forte dipendenza dell’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti.
Importanza dell’azione diplomatica
Il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha sottolineato l’importanza di un’azione diplomatica incisiva per risolvere questa crisi. “L’export agroalimentare negli Usa è cresciuto del 158% negli ultimi dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato mondiale per il cibo e il vino Made in Italy, con un fatturato di 7,8 miliardi di euro registrato nel 2024″, ha dichiarato Fini.
Leadership dell’Italia in Europa
Fini ha anche evidenziato il ruolo di leadership che l’Italia potrebbe assumere in Europa per avviare un negoziato con l’amministrazione Trump, considerando che il mercato statunitense rappresenta quasi il 12% dell’intero export agroalimentare italiano. Questo posiziona l’Italia al primo posto tra i paesi dell’Unione Europea, superando di gran lunga la Germania (2,5%), la Spagna (4,7%) e la Francia (6,7%).
Attenzione alla filiera agroalimentare
La situazione attuale richiede un’attenzione particolare per garantire che i prodotti italiani continuino a essere apprezzati e venduti negli Stati Uniti, evitando così un danno economico che potrebbe ripercuotersi su tutta la filiera agroalimentare.
