Chiara: la prima esperienza di lavoro non si scorda mai

di FornellidItalia

Chef in Camicia

L’inizio: 3 anni fa

La prima volta che venni a contatto con Chef in Camicia era Marzo 2018. Ero uscita da poco dall’università e cercavo una realtà in cui potessi crescere, imparare, ma anche divertirmi. 

 

I colloqui, un po’ sfortunati ma..

Ammetto che arrivai al primo colloquio con poca fiducia, nella stessa settimana ne avevo fatti altri e le aziende mi erano sembrate noiose e poco dinamiche. Scesi le scale del vecchio ufficio in viale Murillo, esattamente dietro casa mia, e mi ritrovai in una stanza sotto terra, con una cucina, delle camice e una vecchia bici appesa al muro. Vari ragazzi andavano e venivano, avevano appena finito uno shooting, mi dissero. Rimasi affascinata subito dalla realtà e mi pentii di non essere passata prima da casa. Ricordo che avevo un rossetto viola e che mentii quando mi chiesero se conoscevo già Chef in camicia.

Il secondo colloquio avvenne qualche settimana dopo: questa volta mi presentai nel bel mezzo di un attacco di sciatica, arrivai in ritardo di 15 minuti e con due Brufen in corpo. Credo mossi dalla pietà, mi diedero un pezzo di Bunet al cioccolato da mangiare mentre parlavamo. E non so come, viste le premesse, mi scelsero.

Da quei giorni di Aprile sembra passata una vita, è passata una vita.

 

L’evoluzione

Chef in Camicia, o come lo chiamiamo noi interni, CinC, è cresciuta tantissimo. Ho vissuto i primi giorni di quasi tutti quelli che ora fanno parte dei vari team, la nascita di progetti grandiosi e il trasloco dall’ufficio di viale Murillo, la classica realtà da start-up, al più professionale e strutturato ufficio in via Riva di Trento.

 

Cosa rappresenta Chef in Camicia per i suoi membri 

Il Covid è arrivato che eravamo nel nuovo ufficio da pochi mesi, ha interrotto le cene aziendali e gli aperitivi del venerdì, ma non ha interrotto la voglia di lavorare bene insieme. Ci sono state videochiamate di gruppo, piccoli eventi e anche da lontani ci siamo presi un pochino cura gli uni degli altri.

In Cinc i Milanesi sono pochi, e questo fa sì che Chef in Camicia faccia un po’ da casa a noi orfani di altre regioni, permettendoci di creare negli anni dei rapporti di amicizia profondi.

Sono sicura che tra qualche anno CinC sarà completamente diversa da ora e probabilmente conoscerò meno persone al suo interno.

Di una cosa sono certa: ognuno di quelli che è stato parte di questa realtà lo rimarrà un po’ sempre, a prescindere da quello che il futuro ha in serbo per lui/lei.

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