Celebrazione del centenario di Federico Martinotti: l’innovazione nella spumantistica italiana ad Asti

Celebrazione del centenario di Federico Martinotti: l’innovazione nella spumantistica italiana ad Asti - Fornelliditalia.it

Nel cuore dell’Italia, ad Asti, si è recentemente tenuto un evento di grande rilevanza per il mondo della spumantistica: la celebrazione del centenario dalla morte di Federico Martinotti, l’inventore del metodo di rifermentazione in autoclave. Questo incontro, organizzato dall’ONAV , ha messo in luce l’impatto duraturo del metodo Martinotti sulla produzione dei spumanti italiani, che continua a crescere in popolarità, soprattutto durante le festività di fine anno.

Il convegno “Martinotti: cento anni di spumantistica italiana”

Un’occasione per educare e celebrare

Il convegno “Martinotti: cento anni di spumantistica italiana” si è svolto nella nuova sede dell’ONAV, richiamando numerosi produttori del settore sia in presenza che online. Vito Intini, presidente dell’ONAV, ha aperto la manifestazione con un richiamo alla missione dell’organizzazione, che dal 1951 si impegna a diffondere la cultura del vino in Italia e all’estero. Durante la sua esposizione, Intini ha evidenziato l’importanza di Martinotti non solo come inventore, ma anche come figura innovativa che ha influito profondamente sulla tradizione vinicola italiana.

L’impatto del metodo Martinotti

Martinotti ha brevettato il suo metodo nel 1895, dando avvio a una nuova era per la produzione di spumanti, che rimangono tra i più apprezzati al mondo. Questo sistema consente una spumantizzazione rapida in autoclave, preservando la qualità delle uve e facilitando un processo che richiede mesi anziché anni. Con cifre che stimano un consumo di 335 milioni di bottiglie di bollicine durante le festività , è chiaro che il contributo di Martinotti continua ad avere un impatto rilevante nel settore.

Spumanti rappresentativi del metodo Martinotti

Durante il convegno sono stati citati spumanti d’eccellenza come ASTI DOCG, CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG, PROSECCO DOC, BRACHETTO D’ACQUI DOCG e LAMBRUSCO DOC, tutti ottenuti attraverso questa innovativa tecnica. Federico Martinotti, oltre alla spumantizzazione, si distinse anche durante il periodo del proibizionismo producendo uno spumante e un vermouth privi di alcol, aspetto che oggi risulta di grande attualità.

Prospettive future per la spumantistica italiana

Sfide e opportunità

Stefano Ricagno, presidente del Consorzio ASTI DOCG, ha messo in evidenza come il centenario di Martinotti non debba essere considerato solo un tributo alla storia, ma anche un momento di riflessione sulle future sfide e opportunità nel mercato delle bollicine italiane. La grande varietà di prodotti spumantistici e le nuove richieste dei consumatori pongono la necessità di un continuo aggiornamento e innovazione nel settore.

Collaborazioni e innovazione

Il direttore del Consorzio di Tutela del CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG, Diego Tomasi, ha accennato ai legami storici e scientifici tra Martinotti e Antonio Carpenè. Questa collaborativa ricerca di innovazione è fondamentale nel sottolineare come l’introduzione del Metodo Martinotti abbia esaltato le aromaticità dell’uva Glera, un elemento distintivo per il Prosecco. La sinergia tra i due rappresenta un esempio di come il dialogo tra diverse visioni possa portare a grandi risultati nel settore vinicolo.

Il convegno si è rivelato non solo una commemorazione del passato, ma anche un’importante piattaforma per discutere il futuro della spumantistica italiana, celebrando l’eredità di Federico Martinotti e l’importanza della continua evoluzione nelle tecniche di produzione e nelle preferenze dei consumatori.