Caso Moncaro: l’europarlamentare Carlo Ciccioli chiede un’azione immediata per salvare la cooperativa

Caso Moncaro: l'europarlamentare Carlo Ciccioli chiede un'azione immediata per salvare la cooperativa - Fornelliditalia.it

La crisi che affligge la storica cooperativa Moncaro, una delle più importanti nel settore vitivinicolo delle Marche, solleva preoccupazioni tra i soci e gli operatori del settore. Le scelte discutibili delle autorità competenti e l’operato del curatore della cooperativa, Dott. Pollio, hanno portato a una situazione di stallo che paralizza attività vitali e mette a rischio il futuro dell’azienda. Di fronte a queste difficoltà, Carlo Ciccioli, europarlamentare di Fratelli d’Italia, ha lanciato un appello all’unità e all’azione.

Il silenzio che pesa sulla crisi di Moncaro

La crisi che coinvolge la cooperativa Moncaro non può rimanere avvolta nel silenzio. Per il territorio della Vallesina, ma non solo, il fallimento dell’azienda rappresenterebbe un colpo gravissimo per il settore vitivinicolo marchigiano. Dettagliatamente, le scelte di amministratori e gestori devono essere esaminate a fondo, poiché è inaccettabile che errori di gestione portino a crisi tanto gravi. In aggiunta, l’intervento del Tribunale civile di Ancona ha innescato un conflitto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il quale, possedendo diverse risorse e strumenti, ha la capacità di evitare il collasso della cooperativa.

Il commissario, figura storicamente designata a rilanciare le aziende in difficoltà, si trova a fronteggiare una situazione opposta: il Dott. Pollio, curatore della Moncaro, ha manifestato chiaramente l’intenzione di smantellare l’azienda, anziché concentrarsi sul rilancio. In questo contesto, l’imposizione di una gestione che poco tiene conto del territorio e delle sue dinamiche può condurre a una perdita inestimabile di patrimonio economico e culturale.

Azioni fondate per contrastare la paralisi commerciale

Le affermazioni di Ciccioli evidenziano un deficit critico nell’operato del curatore della Moncaro. La carenza di progettazione e programmazione ha portato a una stagnazione dell’imbottigliamento dei vini, che, dopo un lungo periodo di stand-by, ha ripreso solo recentemente, unicamente a seguito delle forti critiche sollevate dalla comunità e dagli operatori del settore. Questa situazione, oltre a compromettere la vendibilità del prodotto, genera danni irreversibili per i soci della cooperativa.

Le terre di proprietà della cooperativa, fondamentali per la produzione, hanno subito una mancata lavorazione. Questa neglect influisce negativamente non solo sul valore delle terre stesse, ma anche sulla capacità di produzione futura. Per di più, l’assenza di un accordo commerciale per le festività natalizie ha escluso i vini Moncaro dalle promozioni della grande distribuzione e del mercato specializzato. Un inasprimento della crisi emerge anche dal decremento del valore patrimoniale che, a causa delle inadempienze, sta portando l’azienda verso un precario futuro.

La necessità di interventi coordinati dalle istituzioni

La gravità della situazione di Moncaro chiama in causa un intervento diretto e sinergico da parte di tutte le centrali cooperative e delle associazioni agricole. L’attuale crisi, se non affrontata con azioni efficaci, produrrà conseguenze pesanti non solo per i soci e i dipendenti, ma anche per l’intero tessuto economico e sociale della Vallesina e delle Marche.

Ciccioli sottolinea l’importanza di una risposta collettiva e coordinata, senza che ciascun soggetto coinvolto compia passi isolati e potenzialmente dannosi. La politica mostra la necessità di unire le forze per fronteggiare un momento difficile e trovare una soluzione che contempli le esigenze di tutti gli attori coinvolti. Solo attraverso una visione condivisa e un’azione concertata sarà possibile salvaguardare non solo Moncaro, ma anche il prezioso patrimonio vitivinicolo del territorio marchigiano.

Il richiamo all’incontro pubblico ‘La Moncaro deve ripartire’, in programma per sabato 7 dicembre, rappresenta un’occasione fondamentale per unire tutte le voci in un confronto aperto sul futuro della cooperativa. Le voci della comunità non possono restare inascoltate mentre il destino di un’istituzione storica è in bilico.