Mirko Di mattia

Il suo legame con il passato è indissolubile. Mirko Di Mattia muove i primi passi tra i fornelli delle case della nonna e della zia, originarie delle Marche, che abitavano nel suo stesso palazzo. La domenica durante la sua giovinezza era consuetudine, infatti, riunirsi a tavola, così ha inizio per lui quel processo di apprendimento basato su valori solidi in cucina, come i prodotti lavorati a mano, su tutti la pasta, e il legame con la tradizione, che negli anni poi diventerà per lui lo strumento con cui ripensare i piatti in modo più istintivo e innovativo. Nato ad Ariccia, località alle porte della Capitale nei Castelli romani, Mirko approccia al mondo della ristorazione partendo dalla sala, dopo essersi formato alla scuola alberghiera di Anzio e poi di Roma (a Capannelle). Si misura subito col mondo del lavoro a “Poggio antico” di Montalcino in Toscana con chef Roberto Minnetti e al “Milano Sporting club La Peralsa”. È al “Gavius”, il ristorante del Novotel Roma Eur, che Mattia veste i panni dello chef per dirigere la brigata di cucina, esprimendo finalmente la sua idea di piatti, in continua sperimentazione. Seguirà nel 2016 la chiamata da “Livello 1”, che porterà un importante riconoscimento come miglior chef promettente da parte dell’Académie internationale de la Gastronomie, assieme all’Accademia italiana della Cucina: il Premio internazionale “Chef de l’avenir” nel 2019. Sensibile al Food che sia buono ma che faccia anche bene, Di Mattia in questi anni ha approfondito la materia seguendo il corso di “Cucina wellness” con l’esperta Chiara Manzi. Passo che lo ha condotto a ideare una Cacio e pepe attenta al benessere, e un tiramisù nato dalla collaborazione con l’associazione diabetologi. Questa sua sensibilità per la cucina salutare, nutriente e light gli ha valso l’attestato dell’“Art Joins Nutrition Academy”
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