A cent’anni dalla morte di Federico Martinotti: celebrazione dell’innovatore del vino spumante ad Asti

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La recentissima cerimonia tenutasi ad Asti ha commemorato Federico Martinotti, figura fondamentale nel panorama vitivinicolo italiano, a un secolo dalla sua morte. L’evento, organizzato dall’ONAV , ha messo in luce il contributo di Martinotti all’industria del vino, in particolare alla spumantizzazione, celebrando anche il successo mondiale di prodotti come il Prosecco.

chi era federico martinotti

La vita e il contributo scientifico

Federico Martinotti nacque nel 1860 nel Monferrato e divenne una figura chiave per l’enologia italiana. La sua carriera accademica iniziò con la laurea in chimica e farmacia, che lo portò a ricoprire ruoli significativi in istituzioni vinicole importanti. Nel 1901, fu nominato direttore della Regia Stazione Enologica di Asti, dove giocò un ruolo cruciale per lo sviluppo della viticoltura nel Piemonte.

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Il suo principale contributo scientifico è legato all’innovativa tecnica di spumantizzazione. Martinotti brevettò nel 1895 un impianto che rivoluzionò la produzione di vini spumanti, una tecnologia che oggi conosciamo sotto il nome di Metodo Martinotti. Quest’apparecchiatura consentiva di produrre vino spumante in modo continuo, migliorando l’efficienza e la qualità del prodotto finale. Le sue autoclavi, equipaggiate con una struttura in ferro smaltato e anima in legno, rappresentarono un’evoluzione significativa nel processo enologico.

L’amore per il territorio e la vite

Martinotti non era solo un innovatore, ma anche un appassionato cultore della vinificazione tradizionale. Il Grignolino, vitigno tipico della sua terra d’origine, ricevette la sua attenzione particolare. Era noto per sviluppare programmi di sensibilizzazione tra i contadini, sostenendo la necessità di preservare e promuovere tale varietà. Durante la crisi vitivinicola causata dalla fillossera, contribuì a salvare il patrimonio vinicolo italiano tramite l’innesto di viti su radici americane resistenti al parassita, contribuendo a garantire la continuità della produzione vinicola.

l’evento onav: una celebrazione del vino e del suo successo

Un incontro di esperti

La cerimonia tenutasi presso la sede dell’ONAV ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore, moderata dal professor Vincenzo Gerbi. I relatori, tra cui figure di spicco come Giusi Mainardi e Diego Tomasi, hanno discusso non solo il lavoro di Martinotti, ma anche l’impatto globale del Prosecco. Si è approfondita l’importanza di questo vino spumante, che ha conquistato una posizione preminente nei mercati stranieri. Inoltre, si è esaminato come le tecniche sviluppate da Martinotti abbiano reso possibile un’accelerazione nella produzione, accrescendo l’offerta sul mercato.

La storia del Prosecco e il legame con Martinotti

Uno degli aspetti trattati è stato il confronto tra il Metodo Classico e il Metodo Martinotti. La sinergia di idee e pratiche ha creato l’attuale scenario della viticoltura. Si è parlato dell’influenza di Antonio Carpenè, che per primo utilizzò il termine “Prosecco” su un’etichetta nel 1880 e brevettò una gassificazione innovativa per i vini frizzanti. I relatori hanno sottolineato la competizione tra Martinotti e Carpenè, evidenziando come, nonostante i dissidi, il successo del Prosecco moderno sia in gran parte attribuibile ai progressi apportati da Martinotti nel campo della spumantizzazione.

l’eredità di martinotti nel vino moderno

Innovazione e tradizione nel mondo del vino

La discussione si è poi spostata sul futuro della produzione vinicola in relazione alle tecniche di enologia. Sebbene il Metodo Classico continui a rappresentare una scelta prestigiosa per molti esperti, il Metodo Martinotti ha saputo imporsi per la sua efficienza. La sua invenzione ha reso accessibile la produzione di vini spumanti, permettendo a una vasta gamma di aziende vinicole di entrare nel mercato. Questo ha avuto un effetto positivo non solo su piccole realtà locali, ma ha anche contribuito a stabilire il Made in Italy nel settore vitivinicolo a livello internazionale.

Il contributo all’economia italiana

La serata di celebrazione ha dato spazio a un’analisi dell’impatto economico che la spumantizzazione, così come la valorizzazione del Prosecco, ha avuto per l’Italia. Le tecniche brevettate da Martinotti hanno trasformato il vino spumante in un pilastro dell’economia agroalimentare italiana, facendo del paese uno dei principali produttori di spumanti al mondo. Gli esperti hanno concordato su quanto sia vitale continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di tecniche vinicole, mantenendo viva l’eredità di un grande innovatore come Federico Martinotti, per affrontare le sfide future nel settore.