La salinità del suolo rappresenta una questione critica per l’agricoltura e la sostenibilità ambientale, specialmente nella regione del MEDIO ORIENTE E DEL NORD AFRICA . Un recente rapporto dell’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA ha messo in luce la gravità della situazione, segnalando che oltre 2 milioni di chilometri quadrati di suolo in questa area sono contaminati dal sale. Questo problema non solo minaccia la produttività agricola, ma ha anche ripercussioni significative sul benessere sociale ed economico delle popolazioni locali.
L’entità del problema della salinità del suolo
La FAO, nell’ambito della sua analisi globale sui terreni contaminati dal sale, ha evidenziato che la MENA affronta una serie di sfide ambientali. Il rapporto, che rappresenta la prima valutazione di questo tipo dal 1950, individua fattori chiave che contribuiscono alla salinità del suolo, inclusi i tassi elevati di evaporazione e le precipitazioni limitate. La pratica di irrigazione inadeguata e l’uso inefficiente di risorse idriche, come acqua salmastra e trattata, aggravano ulteriormente la situazione.
Con una superficie totale di suoli contaminati che raggiunge i 2.303.461 chilometri quadrati, la regione è particolarmente vulnerabile. La salinità non solo compromette la qualità del suolo, ma limita anche la varietà di colture che possono essere cultivate, disturbando l’intero ecosistema agricolo e riducendo la sicurezza alimentare. A livello globale, si stima che 1,4 miliardi di ettari di terra siano già colpiti dalla salinità, con ulteriori un miliardo di ettari a rischio a causa della CRISI CLIMATICA e della cattiva gestione delle risorse.
Strategie per la gestione sostenibile dei suoli contaminati
Per affrontare la crescente problematica della salinità, la FAO ha delineato diverse strategie di intervento. Le tecniche di mitigazione proposte includono l’adozione della PACCIAMATURA, una pratica che aiuta a mantenere l’umidità del suolo e ad ridurre l’evaporazione. Anche l’installazione di sistemi di drenaggio è raccomandata per rimuovere l’eccesso di salinità e migliorare le condizioni di crescita per le colture.
Un’altra misura è l’utilizzo di strati intermedi di materiali sciolti per promuovere la salute del suolo. Inoltre, il miglioramento delle ROTAZIONI DELLE COLTURE è fondamentale per ripristinare la fertilità e ridurre l’accumulo di sali in superficie. Queste strategie non solo sono progettate per contrastare la salinità, ma anche per garantire una produzione agricola sostenibile nel lungo termine.
Adattamento alle nuove condizioni agricole
Oltre alle strategie di mitigazione, il rapporto della FAO suggerisce anche approcci innovativi per l’adattamento degli ecosistemi agricoli alle condizioni sfavorevoli. L’allevamento di piante TOLLERANTI AL SALE, come le alofite, rappresenta una risposta promettente a questo problema. Queste piante sono in grado di prosperare in ambienti salini e possono contribuire alla riforestazione e al recupero dei terreni.
Il Biorisanamento è un’altra strategia chiave evidenziata nel rapporto: consiste nell’utilizzo di microorganismi, piante e animali per rimuovere o neutralizzare contaminanti pericolosi. Questa pratica potrebbe non solo aiutare a ripristinare la qualità del suolo contaminato dal sale, ma anche supportare la biodiversità locale.
Riflettendo sulla relazione fondamentale tra GESTIONE SOSTENIBILE DEL SUOLO, qualità dell’acqua e produttività agricola, il rapporto invita a intraprendere azioni concertate per affrontare la crisi della salinità. Gli esperti, tra cui Lifeng Li della FAO e Jorge Batlle-Sales dell’International Network of Salt-affected Soils , sottolineano l’importanza di integrare queste strategie nei piani di sviluppo agricolo per garantire la sicurezza alimentare nella regione MENA.