Fatturato dell’itticoltura in Italia nel 2023: 400 milioni di euro, ecco i dati

Fatturato dell’itticoltura in Italia nel 2023: 400 milioni di euro, ecco i dati - Fornelliditalia.it

Il settore dell’itticoltura in Italia sta vivendo un momento significativo, registrando un fatturato che sfiora i 400 milioni di euro nel 2023. Questo valore, espresso senza includere i molluschi, rappresenta una testimonianza della vitalità e della sostenibilità di un’industria fondamentale per l’economia alimentare del Paese. I dati sono stati forniti dall’Associazione Piscicoltori Italiani e diffusi in occasione di AquaFarm, un evento internazionale dedicato all’acquacoltura e all’industria della pesca sostenibile, che si terrà a Pordenone Fiere nei prossimi anni.

Il panorama ittico italiano

Produzione e principali specie allevate

L’itticoltura italiana si distingue per la varietà e la ricchezza delle specie allevate. La trota risulta essere la specie predominante, con un’impressionante produzione di 30.000 tonnellate e 280 milioni di uova embrionate. Questo dato pone la trota al centro dell’attenzione del mercato ittico nazionale, a lungo considerata un alimento di alta qualità apprezzato sia in Italia che all’estero.

Segue la trota, sia per quantità che per importanza economica, l’allevamento di orate e spigole, con 17.000 tonnellate di produzione. Queste specie, insieme alla trota, sono rappresentative delle preferenze culinarie degli italiani e delle richieste del mercato, che da sempre valorizza il pesce fresco e sostenibile.

Inoltre, l’Italia è uno dei leader mondiali nella produzione di avannotti di specie marine pregiate, con una produzione che si attesta a 160 milioni all’anno. Questo non solo segnala la capacità dell’industria ittica italiana di rispondere alla domanda di mercato, ma anche il suo impegno verso pratiche sostenibili e innovative.

Un ruolo di importanza globale

Un altro punto distintivo è il ruolo dell’Italia nella produzione di caviale di storione. Con 65 tonnellate di uova di storione, l’Italia si posiziona come il secondo produttore mondiale di questo prodotto pregiato, superata solo dalla Cina. Ciò testimonia la qualità dei processi di allevamento e la crescente domanda di prodotti ittici di alta gamma, che caratterizza l’industria alimentare contemporanea.

La distribuzione dell’itticoltura in Italia

Siti produttivi e distribuzione geografica

Un aspetto cruciale dell’itticoltura italiana è la distribuzione dei siti produttivi sul territorio nazionale. Attualmente, sono circa 800 le aziende attive nel settore, con una concentrazione geografica che mostra una netta predominanza del Nord Italia. Infatti, oltre il 60% delle aziende si trova in questa area, seguita dal Centro con il 15% e dal Sud con il 25%.

Questa distribuzione evidenzia come il Nord sia il fulcro dell’industria itticoltoria, grazie a fattori come la disponibilità di risorse idriche, le infrastrutture e le tecnologie moderne di allevamento. Tuttavia, anche il Sud Italia sta sviluppando il proprio potenziale, con un aumento delle produzioni e una diversificazione delle specie allevate.

Varietà allevate e sostenibilità

In Italia, vengono allevate più di 25 specie diverse, con una forte attenzione verso pratiche di sostenibilità. La varietà delle specie riflette non solo le tradizioni culinarie italiane, ma anche l’attenzione dell’industria nel rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione. La stata di sviluppo di pratiche allevatoriali sostenibili ha un impatto positivo sull’ambiente e sulla biodiversità, garantendo al contempo un’offerta alimentare di alta qualità.

Il mercato globale dell’allevamento ittico

Dati globali e tendenze

Secondo il rapporto della FAO intitolato “The State of World Fisheries and Aquaculture,” l’allevamento ha superato per la prima volta la pesca tradizionale nel mercato globale, rappresentando il 51% della produzione totale di specie ittiche, che nel 2022 ha raggiunto un volume di 94,4 milioni di tonnellate. Questo sorpasso rappresenta un cambiamento epocale nel settore, ponendo l’accento sull’importanza crescente dell’allevamento sostenibile per il futuro della nutrizione globale.

Crescita e prospettive future

Il 62,6% della produzione globale proviene da allevamenti su terraferma, mentre il restante proviene da acque costiere. Le specie allevate sono circa 730, ma il 60% della produzione è rappresentato da 17 varietà. Rispetto al 2020, si è registrata una crescita del 7,6%, con una predominanza dei pesci, seguiti da crostacei e molluschi. Questo trend indica non solo l’espansione del settore, ma anche l’adattamento ai cambiamenti climatici e alle esigenze di un consumo sempre più consapevole.

Il panorama dell’itticoltura in Italia e nel mondo si caratterizza quindi per dinamismo e innovazione, aprendo la strada a nuove opportunità e sfide per gli operatori del settore in futuro.