Un futuro incoraggiante si profila per l’export del vino italiano nel 2024, nonostante le sfide affrontate nel corso dell’anno precedente. Le ultime stime di Nomisma Wine Monitor indicano una crescita superiore al 4%, con il valore complessivo dell’export che dovrebbe superare gli 8 miliardi di euro. Questo aumento è principalmente guidato dalla crescente popolarità degli spumanti, in particolare del Prosecco, che ha guadagnato una quota di mercato sempre più rilevante. Di seguito, analizziamo i dettagli di questa situazione, esplorando le diverse dinamiche che influenzano sia il mercato interno che quello estero.
Il mercato interno del vino italiano in difficoltà
Tendenze e statistiche del consumo nazionale
Nonostante le prospettive positive per l’export, il mercato domestico del vino presenta difficoltà significative. Nei primi nove mesi del 2024, il canale moderno ha registrato una flessione del -1,5% a volume, segnalando un momento critico per tutte le formule distributive. I vini fermi e frizzanti hanno subito le perdite più consistenti, mentre gli spumanti continuano a mostrare segni di crescita. Tuttavia, questa crescita è accompagnata da una crescente attenzione da parte dei consumatori verso bollicine più accessibili, in risposta all’impennata dei prezzi che sta interessando il settore.
La crescente pressione economica, nota come carovita, ha costretto molte famiglie italiane a rivedere le proprie abitudini di consumo. Di fronte a un’inflazione che non sembra attenuarsi, i consumatori optano per vini a prezzo inferiore, riflettendo una strategia di contenimento delle spese. Questo shift nelle scelte di acquisto non solo influenza il mercato nazionale, ma rappresenta anche un aspetto critico per le aziende vinicole che devono adattare la loro offerta e le loro strategie di marketing. Le politiche di pricing e le iniziative promozionali stanno diventando essenziali per attrarre consumatori in un contesto economico in evoluzione.
Spumanti: il motore della crescita per l’export italiano
Traffico crescente e emergenti mercati internazionali
Secondo il Report Wine Monitor di Nomisma, i dati sulle esportazioni di vino mostrano una crescita significativa, soprattutto per quanto riguarda gli spumanti. Nonostante un calo globale del -2,6% in valore riguardante le importazioni nei dodici principali mercati mondiali, l’Italia ha visto una performance differenziata. I mercati emergenti come la Cina e il Brasile hanno mostrato incrementi notevoli. La Cina, in particolare, ha visto una crescita del +27% grazie al rientro dei vini australiani, che ha avuto luogo dopo la rimozione dei dazi imposti dal governo cinese nel 2021.
Per il vino italiano, gli spumanti stanno avendo un impatto particolarmente positivo, con vendite in crescita in nazioni come Australia, Francia, Stati Uniti, Canada e Regno Unito. La popolarità del Prosecco, che rappresenta due bottiglie su dieci esportate, è testimone di un fenomeno che sta ridefinendo l’approccio italiano al mercato globale. Gli spumanti non solo attirano l’attenzione dei consumatori, ma si configurano anche come un simbolo del made in Italy, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio vinicolo italiano all’estero.
Le sfide geopolitiche e l’incognita dei dazi
L’importanza della diversificazione dei mercati
Le incertezze geopolitiche rappresentano un punto cruciale per il settore vinicolo italiano. Le recenti tensioni, in particolare la minaccia di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti e l’aumento delle accise nel Regno Unito e in Russia, hanno spinto molte aziende a cercare mercati alternativi. Sebbene paesi come Germania, Svizzera e Francia mostrino segnali di rallentamento, l’export verso regioni emergenti come Austria, Irlanda, Brasile, Romania e Thailandia ha registrato incrementi significativi, a doppia cifra.
Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor, ha evidenziato la necessità di una monitorizzazione continua degli sviluppi internazionali. L’eventualità che gli Stati Uniti introducano nuovi dazi potrebbe avere ripercussioni anche su altri mercati come quello tedesco, già in una fase delicata. Questa situazione complessa sottolinea l’importanza di diversificare le strategie di export, cercando pathway alternativi per preservare il volume e il valore delle vendite. L’industria vinicola italiana si trova dunque a un bivio: affrontare le sfide del presente e costruire un futuro sostenibile in un panorama globale in continua evoluzione.