Mentre si avvicina la “Settimana della cucina italiana nel mondo”, l’Italia si prepara a celebrare un importante anniversario: il quattordicesimo anno dalla designazione della DIETA MEDITERRANEA come patrimonio UNESCO. Ad Acciaroli, nel Cilento, conosciuto per il suo patrimonio culturale e gastronomico, Pier Luigi Petrillo, professore di Patrimonio culturale presso l’Università Luiss-Guido Carli di Roma, condensa in un’intervista con ANSA lo stato attuale del lungo e complesso viaggio della cucina italiana verso il riconoscimento come patrimonio immateriale dell’umanità.
La candidatura della cucina italiana: un progetto ambizioso
Un riconoscimento per l’intera cultura gastronomica
Pier Luigi Petrillo sottolinea l’importanza di questo progetto, definendolo “la sfida più grande” rispetto ad altri dossier che ha trattato in passato per il riconoscimento dell’UNESCO. La peculiarità della candidatura della cucina italiana risiede nel fatto che essa abbraccia un significato più ampio: per la prima volta, il dossier include “tutti gli elementi identitari” che formano la cucina italiana.
Petrillo evidenzia che si è voluto rappresentare non solo gli aspetti culinari delle varie tradizioni regionali, ma anche il “spirito conviviale e inclusivo” della cucina italiana. Questo approccio si differenzia da altre candidature, come quella della Francia, che ha ottenuto il riconoscimento solo per il “pranzo alla francese”, e della Corea del Sud, che ha visto il suo legame con la tradizione culinaria riconosciuto solo per la fermentazione del Kimchi. La candidatura italiana, quindi, si propone di rappresentare un “mosaico di diversità” che si evolve continuamente, riflettendo le tradizioni, le tecniche e i prodotti del territorio.
Le chiavi dell’identità culinaria italiana
Petrillo descrive la cucina italiana come un “gesto quotidiano”, che non è percepito come un’attività eccezionale, ma piuttosto come una manifestazione di cura e attenzione verso i cari e gli ospiti. Questo concept diventa un vero e proprio simbolo della cultura italiana, dove la preparazione dei pasti è spesso al centro di discussioni su tecniche, ingredienti e tradizioni. È un modo di condividere valori fondamentali della vita sociale, come l’accoglienza e l’amore. Questo elemento di convivialità è evidente anche attraverso vari video che accompagnano il dossier della candidatura, in cui si evidenzia il legame degli italiani con il cibo e la convivialità.
Il processo di riconoscimento: tappe e scadenze
Prossimi passaggi dell’iter Unesco
Il 19° comitato intergovernativo dell’UNESCO si riunirà dal 2 al 7 dicembre in Paraguay, per discutere l’iscrizione di 60 tradizioni nel patrimonio culturale immateriale. Tra le candidature ci sono la produzione del sake giapponese, le tradizioni della cassava a Cuba e tecniche di preparazione del caffè arabo, senza dimenticare elementi architettonici e rituali di altre culture. La cucina italiana, se inclusa, avrà la possibilità di brillare al fianco di queste altre tradizioni.
Il parere finale sul dossier della cucina italiana arriverà in un anno, durante il 20° comitato previsto in un Paese arabo non ancora specificato. Le aspettative sono alte, ma Petrillo avverte che “la competizione sarà sfidante e aperta fino all’ultimo”, segno che la lotta per il riconoscimento è tutt’altro che scontata. La cultura gastronomica italiana, sebbene ricca e variegata, dovrà affrontare avversari validi, ognuno con le proprie tradizioni e ambizioni.
La rilevanza culturale della cucina italiana
Il lavoro per la candidatura sottolinea anche la crescente importanza della cucina come patrimonio culturale di un Paese. Il fatto che sia considerata un elemento fondante dell’identità italiana ne evidenzia il valore non solo gastronomico, ma anche sociale e culturale. Questo processo di valorizzazione della cucina non si limita alla dimensione culinaria, ma riflette l’essenza di una nazione e le sue storie. La cucina italiana non è solo un insieme di piatti, ma rappresenta un modo di vivere, un’arte da preservare e trasmettere.
La realizzazione di questi obiettivi partendo da basi così solide pone l’Italia in una posizione importante nel panorama culturale globale. La strategia di coinvolgere e rappresentare le diverse espressioni gastronomiche del Paese rischia di arricchire il tessuto culturale internazionale, aprendo nuove porte di dialogo tra le diverse cucine del mondo.