Masterclass e degustazioni: un viaggio tra i vitigni siciliani nella Sicilia Doc Collection

Masterclass e degustazioni: un viaggio tra i vitigni siciliani nella Sicilia Doc Collection - Fornelliditalia.it

L’iniziativa “Sicilia Doc Collection” ha portato alla ribalta la ricchezza vitivinicola dell’Isola attraverso masterclass e degustazioni, offrendo un’importante opportunità al Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia per presentare dati e numeri significativi. Durante questi eventi, si è messo in evidenza il valore del Grillo, Lucido e Nero d’Avola, vitigni iconici del panorama enoico siciliano, con esperti del settore che hanno guidato i presenti in un’esperienza sensoriale unica.

Il consorzio di tutela vini doc sicilia: missione e risultati

Storia e sviluppo del consorzio

Fondato nel 2011 e costituitosi ufficialmente nel 2012, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ha come missione principale la valorizzazione e la difesa della produzione vitivinicola isolana. Sotto la direzione del presidente Antonio Rallo, il consorzio si impegna attivamente nel promuovere pratiche sostenibili con l’obiettivo di garantire la qualità e l’autenticità dei vini con Denominazione d’Origine Controllata. Ad oggi, il consorzio si estende per 27 mila ettari, rendendo la Sicilia il più grande vigneto biologico d’Italia.

Numeri impressionanti del vigneto siciliano

I numeri sono emblematici: i 44 mila ettari di vigneto sostenibile in Sicilia sono un patrimonio inestimabile, con una vendemmia che dura circa cento giorni, a testimonianza della biodiversità dell’Isola. La varietà dei terreni, che abbraccia le zone costiere, collinari e montane fino ai mille metri di altitudine, evidenzia l’unicità del panorama vitivinicolo siciliano. Il consorzio oggi conta circa 7.200 viticoltori e 530 imbottigliatori. Nei primi otto mesi del 2024, sono state prodotte oltre 85 milioni di bottiglie, segnalando una dinamica interessante del mercato, specialmente per il Grillo, un vitigno bianco che ha mostrato segni di crescita.

Focus sui vitigni: Grillo, Lucido e Nero d’Avola

Caratteristiche dei vitigni siciliani

La prima masterclass, tenutasi il 30 ottobre all’Hotel Federico II di Palermo, ha messo sotto i riflettori il Grillo, il Lucido e il Nero d’Avola. Il Grillo, originario della Sicilia, si è guadagnato una solida reputazione, grazie alla sua versatilità e alla qualità élevée dei vini prodotti. Il Lucido, noto anche come Catarratto, ha radici storiche ma ha visto un calo di popolarità a favore del Grillo, sebbene continui a essere apprezzato per le sue note fresche e fruttate.

Il Nero d’Avola: un vitigno iconico

Il Nero d’Avola, considerato il re dei vitigni rossi siciliani, ha diverse espressioni a seconda della zona di coltivazione. Le sue varianti, i biotipi A, B e C, offrono una gamma di vini che spaziano dai più strutturati e complessi ai più immediati e freschi. Tuttavia, i dati recenti mostrano una leggera flessione nel mercato per questo vitigno, che ha visto una perdita di vendite del 11% nei primi otto mesi del 2024.

Approfondimenti sulla seconda giornata di degustazioni

Vitigni rappresentativi

Nel corso della seconda giornata di eventi sempre all’Hotel Federico II, gli enologi hanno guidato ulteriori sessioni di degustazione, focalizzandosi su vitigni come Inzolia, Zibibbo, Perricone e Frappato. Questi vitigni rappresentano una parte significativa della tradizione vinicola siciliana. L’Inzolia, ad esempio, è ampiamente coltivato in tutta l’Isola, mentre lo Zibibbo, appartenente alla famiglia del Moscato, è molto apprezzato per la sua aromaticità.

Diversità e sostenibilità nella viticoltura siciliana

Le degustazioni hanno rivelato un panorama ricco e variegato: l’Inzolia con i suoi 4.400 ettari di coltivazioni, il Perricone in ripresa dopo un periodo di crisi con solo 533 ettari e il Frappato, che vanta un legame storico con la città di Vittoria. La diversità dei territori e la varietà delle tecniche di vinificazione permettono di produrre vini adatti a ogni tipo di palato, confermando un futuro promettente per il vigneto siciliano.

L’innovazione, la sostenibilità e la valorizzazione della tradizione saranno cruciali per continuare a mantenere la Sicilia come epicentro della viticoltura di qualità in Italia e nel mondo.