L’agricoltura tra emissioni di CO2 e opportunità di carbon farming: la via verso una viticoltura sostenibile

L'agricoltura tra emissioni di CO2 e opportunità di carbon farming: la via verso una viticoltura sostenibile - Fornelliditalia.it

Il legame tra agricoltura e cambiamento climatico è sempre più evidente. Secondo i dati forniti dalla European Environmental Agency, il settore agricolo è responsabile di circa il 10% delle emissioni totali di CO2 in Europa, tradotto in oltre 385 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Sebbene l’agricoltura non raggiunga i livelli di emissioni di altri settori come trasporti ed energia, è importante riflettere sull’impatto delle pratiche agricole convenzionali. Il carbon farming emerge come una potenziale soluzione per ridurre l’impatto ambientale delle attività agricole, promuovendo metodi in grado di immagazzinare carbonio nel suolo e migliorare la salute dell’ecosistema.

Il contributo dell’agricoltura alle emissioni di CO2

Comprendere l’impatto agricolo

La produzione agricola, pur essendo per tanti versi facilitante per la vita vegetale, si configura come un settore a forte impatto ambientale. Le pratiche agricole intensive, caratterizzate dall’uso massiccio di fertilizzanti chimici e da un lavoro eccessivo del suolo, contribuiscono significativamente alle emissioni di CO2. In particolare, l’uso di sostanze chimiche derivate da combustibili fossili presenta un ciclo di produzione molto energivoro che incide sul bilancio di emissioni globale, rendendo il settore agricolo un’importante fonte di inquinamento atmosferico.

Il ruolo delle pratiche agricole

Mentre le piante contribuiscono a catturare l’anidride carbonica, la gestione intensiva delle terre può compromettere questa funzione. Le tecniche agricole tradizionali, come la monocoltura e l’eccesso di lavorazione del suolo, riducono la sua fertilità naturale e la biodiversità. In tal senso, l’agricoltura rischia di rimanere vincolata a un modello che non favorisce la salute del suolo e delle sue comunità biologiche. Optare per pratiche alternative e rigenerative sta diventando una priorità non solo per migliorare la resa delle coltivazioni ma anche per preservare e rafforzare l’ecosistema agricolo.

Carbon farming: una soluzione concreta

Definizione e pratiche di carbon farming

Il carbon farming consiste nell’implementazione di tecniche agricole in grado di sequestrare e immobilizzare il carbonio nel suolo. Questo approccio, considerato prioritario dalla Commissione Europea, si articola in vari interventi: dalla riforestazione alla creazione di prati stabili destinati al pascolo, fino al ripristino di zone umide. Attraverso il ripensamento delle modalità di coltivazione, è possibile trasformare sistemi oggi altamente emissivi, in sistemi in grado di assorbire carbonio anziché rilasciarlo nell’atmosfera.

Benefici delle tecniche rigenerative

Le pratiche di agricoltura rigenerativa offrono soluzioni innovative per ridurre le emissioni di carbonio, enfatizzando la biodiversità attraverso l’inserimento di alberi e colture diverse. In particolare, la diminuzione della lavorazione del suolo, riducendo così il compattamento e il degrado, aiuta a mantenere e migliorare la fertilità. L’attuazione di tecniche come la rotazione delle colture, l’uso di maggese e le colture di copertura rappresentano eccellenti strategie per riattivare la vitalità dei terreni e favorire la loro capacità di sequestrare carbonio.

Viticoltura rigenerativa per un futuro sostenibile

I principi della viticoltura rigenerativa

La viticoltura si sta adattando alle sfide ambientali tramite l’adozione di principi di agricoltura rigenerativa. Secondo Marco Poggianella di SOP Resonant, questa pratica non si limita a garantire la sostenibilità, ma mira attivamente al miglioramento della salute del suolo e dell’ecosistema. L’accento è posto sulla minimizzazione della lavorazione e sull’abbandono della chimica, ricorrendo invece a tecniche naturali per potenziare la vitalità del suolo.

Il supporto della tecnologia nella viticoltura

In questo contesto, l’integrazione di tecnologie avanzate si rivela cruciale. Le risorse microbiche nel terreno, stimolate da innovazioni come quelle proposte dalla linea Resonant, favoriscono lo sviluppo di una maggiore biomassa radicale. All’aumento delle radici e delle piante superficiali corrisponde un incremento nella capacità di assorbimento di CO2 dall’atmosfera, mentre la pausa di potature e il compostaggio restituiscono nutrienti al suolo, chiudendo il ciclo della fertilità e contribuendo al sequestro di carbonio.

Iniziative di carbon farming in viticoltura

Il progetto “Acchiappacarbonio”

Un esempio di intervento pratico è rappresentato dal progetto Acchiappacarbonio, sostenuto dal PSR della Regione Emilia-Romagna. Attraverso la carbonizzazione di residui agricoli, il progetto produce un ammendante noto come Biochar, capace di migliorare la qualità del suolo e trattenere l’acqua. Ancor più importante, il processo di produzione di Biochar sequestra una quantità di carbonio superiore a quella emessa nell’ambiente.

L’importanza della microbiologia del suolo

Un altro progetto che si distingue per il suo impegno nella viticoltura rigenerativa è Autentica. Punto focale è la microbiologia del suolo, con l’obiettivo di rafforzare la sua capacità di risposta alle crisi ambientali. Utilizzando analisi dettagliate, si possono misurare sia la ricchezza dei microrganismi che la loro vitalità, creando strategie di intervento su misura per ottimizzare le pratiche agricole e sostenere la costruzione di un ecosistema viticolo più resiliente.

Attraverso queste pratiche e progetti, la viticoltura non solo si evolve in un settore più sostenibile, ma diventa anche un attore attivo nella lotta contro il cambiamento climatico, contribuendo alla preservazione dell’ambiente e alla qualità dei prodotti finali.