Italia chiede all’UE di reintrodurre clausola anti-dumping per riso da Cambogia e Birmania

Italia chiede all'UE di reintrodurre clausola anti-dumping per riso da Cambogia e Birmania - Fornelliditalia.it

L’Italia, affiancata da Bulgaria, Grecia, Portogallo, Romania e Spagna, sta facendo pressioni sull’Unione Europea per reintrodurre una clausola di salvaguardia automatica. Questa misura, secondo i dettagli emersi dai documenti pubblici del Consiglio dell’UE per Agricoltura e Pesca, riguarda l’importazione di riso a dazio zero proveniente da Cambogia e Birmania, che ha raggiunto livelli preoccupanti nel mercato europeo. La riunione dei ministri, in corso a Bruxelles, rappresenta un’importante opportunità per discutere l’impatto di questo fenomeno sulle produzioni agricole locali, in un contesto di siccità che ha colpito pesantemente i principali produttori europei.

Il contesto della richiesta

L’aumento delle importazioni di riso

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha registrato un incremento significativo delle importazioni di riso a dazio zero provenienti da paesi asiatici, in particolare Cambogia e Birmania. Nel 2022, il volume delle importazioni ha raggiunto quasi 450mila tonnellate, un dato che ha destato preoccupazione tra i produttori locali. Questa tendenza è stata acuita dalla povertà delle produzioni agricole europee, specialmente in stati come Italia e Spagna, a causa di condizioni climatiche avverse, tra cui la siccità.

L’impatto sul mercato europeo

Il mercato del riso nell’UE si sta trovando a fronteggiare una situazione “insostenibile” che potrebbe compromettere la stabilità del settore agricolo. I sei paesi firmatari della lettera, tra cui l’Italia, hanno espresso il timore che l’attuale flusso di importazioni a dazio zero possa ulteriormente erodere la capacità competitiva delle aziende locali. La situazione appare particolarmente critica considerando che la produzione di riso in Europa è stata in calo negli ultimi anni a causa di fattori climatici e dell’aumento dei costi di produzione.

La posizione dell’Italia e degli altri stati membri

La richiesta di protezione produttiva

L’Italia, supportata dai paesi dell’est e sud Europa, sta sollecitando una maggiore protezione per il proprio mercato agricolo. La clausola di salvaguardia automatica potrebbe limitare le importazioni di riso a dazio zero, consentendo ai produttori europei di riprendersi e stabilizzare le proprie attività. Secondo i dati, molti agricoltori temono che senza interventi adeguati, potrebbero esserci conseguenze devastanti per l’occupazione e la redditività nel settore.

Le reazioni politiche

L’argomento è al centro del dibattito durante la riunione dei ministri dell’Agricoltura, con diversi rappresentanti che hanno già manifestato il proprio sostegno alla proposta italiana. La questione del riso è complessa, poiché tocca temi di competitività, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. Nel contesto di trattative più ampie sui commerci internazionali, la richiesta di una clausola di salvaguardia diventa un simbolo di come gli stati membri stiano cercando di coagulare le proprie forze per affrontare le sfide globali.

Le sfide future per l’agricoltura europea

Un’analisi delle prospettive

L’Unione Europea si trova di fronte a una serie di sfide, tra cui la necessità di garantire un equilibrio tra apertura commerciale e protezione delle produzioni locali. Mentre le importazioni di riso dai paesi menzionati continuano a crescere, è fondamentale che l’UE adotti misure proattive per difendere gli agricoltori e mantenere la sostenibilità delle proprie filiere alimentari.

L’importanza della coesione tra gli stati membri

La coesione tra i vari stati membri diventa fondamentale non solo per affrontare le problematiche legate alle importazioni, ma anche per promuovere politiche agricole comuni più incisive. È essenziale che i paesi europei collaborino, scambiando esperienze e buone pratiche, per assicurare un futuro sostenibile per l’agricoltura. Le riunioni come quella di Bruxelles rappresentano un passaggio critico in questo processo, invitando i governi a riflettere seriamente sull’implementazione di misure che possano davvero fare la differenza per il settore agricolo europeo nel suo complesso.