L’arte vinicola italiana ha visto emergere figure di grande spessore che hanno rivoluzionato il modo di concepire e produrre vino. Tra queste, Joško Gravner si distingue come pioniere dei vini macerati, noti come Orange Wine. Non solo un produttore, ma un innovatore instancabile, Gravner sta attualmente esplorando nuove soluzioni per l’affinamento dei suoi vini, combinando tradizione e tecnologia in un contesto che abbraccia il rispetto per il territorio e l’ambiente.
Joško Gravner: un pioniere del vino macerato
Innovazione e tradizione nella produzione vinicola
Joško Gravner è una figura emblematica del panorama vinicolo italiano moderno. Fin dagli inizi della sua carriera, ha messo in discussione le convenzioni e ha cercato alternative ai metodi di vinificazione tradizionali. È riconosciuto come il padre dei vini macerati, i famosi Orange Wine, caratterizzati da un processo di vinificazione che prevede la macerazione e il contatto prolungato delle bucce con il mosto. Questa pratica conferisce ai vini una ricca complessità aromatica e un’inconfondibile tonalità arancione.
Tra le esperienze più significative per Gravner, si ricorda l’assaggio di una Ribolla Gialla in occasione della celebrazione della prima stella Michelin conquistata dallo chef Emanuele Scarello. Quell’incontro ha segnato non solo un momento di gloria personale, ma anche l’inizio di una riscoperta dei vini tradizionali autoctoni attraverso tecniche antiche rivisitate in chiave moderna. La cantina di Gravner a Oslavia, nel Goriziano, è diventata un punto di riferimento per molti produttori, ispirati dal suo approccio e dalla sua dedizione.
La riscoperta delle anfore di terracotta
La produzione di Gravner si basa su un recupero delle tecniche antiche, con particolare attenzione all’uso delle anfore di terracotta. Le anfore rappresentano un modo differente di far fermentare e affinare il vino, permettendo una micro-ossigenazione che enfatizza la mineralità e il terroir. Molti viticoltori, sia in Italia che oltre confine, si sono avvicinati a questa pratica, contribuendo a una sorta di rinascimento del vino naturale. Questo approccio ha spinto la comunità vinicola a considerare nuovamente le potenzialità delle varietà locali, contribuendo a una maggiore diversità nei vini prodotti in queste regioni.
Innovazioni recenti nella cantina di Gravner
Nuove frontiere con il vetro
L’innovazione nella cantina di Gravner non si è fermata. Con il supporto del nipote Gregor Pietro, Joško ha iniziato a esplorare nuove opzioni per l’affinamento dei vini, focalizzandosi sull’uso del vetro. Grazie alla sua inerzia termica e alla resistenza, il vetro presenta vantaggi significativi rispetto ai tradizionali contenitori di legno o acciaio. La collaborazione con EnoKube ha portato alla creazione di un contenitore in vetro da 10 ettolitri, che è stato introdotto nella cantina nella primavera passata. Questo nuovo sistema ha consentito sperimentazioni con piccoli lotti, valutando le potenzialità per la produzione di vini di alta qualità.
L’importanza della collaborazione con Pfaudler
Tuttavia, l’esperienza ha evidenziato alcune limitazioni del vetro nella gestione di volumi maggiori. Per ovviare a questo problema, la famiglia Gravner ha collaborato con Pfaudler Italia, specializzata nella creazione di serbatoi in acciaio vetrificato. Questo design innovativo combina la robustezza dell’acciaio con la protezione chimica del vetro, creando un materiale composito ideale per l’affinamento e lo stoccaggio del vino. Con capacità massima di 70 ettolitri, questi serbatoi permettono di mantenere la qualità del vino anche con volumi più elevati.
Il processo di vetrificazione interna garantisce una superficie igienica, evitando impurità e contribuendo alla sostenibilità, poiché i serbatoi sono interamente riciclabili. Questo approccio integra le nuove tecnologie nella tradizionale produzione vinicola, creando sinergie capaci di mantenere la qualità e l’integrità dei vini.
Il futuro del vino secondo Mateja Gravner
La ricerca della perfezione
Mateja Gravner, figlia di Joško e enologa di formazione, ha evidenziato l’importanza della continua innovazione nel processo produttivo. “La ricerca di innovazione è sempre diretta a migliorare la qualità del nostro vino, senza perdere di vista la nostra storia e le tradizioni,” ha affermato. Sottolineando il ruolo cruciale di EnoKube e Pfaudler, ha descritto come entrambi i sistemi di contenitori soddisfino esigenze diverse ma complementari, a testimonianza della visione a lungo termine della cantina di Oslavia.
Impatto sulla sostenibilità del settore vinicolo
La sinergia tra Gravner e Pfaudler si traduce in un significativo passo avanti per la sostenibilità del settore vinicolo, che sta vivendo una crescente domanda di pratiche più ecologiche. Integrando tecnologie all’avanguardia e rispettando i processi naturali, è possibile produrre vini di alta qualità con un impatto ambientale ridotto. Le innovazioni adottate possono così fungere da modello per altri produttori che cercano di coniugare tradizione e modernità.
Un brindisi all’innovazione
In un momento di continua evoluzione, Joško Gravner rimane un simbolo di passione e dedizione per l’arte del vino. Durante la presentazione dei suoi nuovi progetti, ha condiviso l’importanza di un bicchiere a forma di coppa, ispirato da un viaggio in Georgia, ricreando un momento di comunione e intimità con il vino. Con ogni innovazione, Gravner continua a scrivere un nuovo capitolo nella storia del vino italiano, dedicandosi alla ricerca della perfezione e del rispetto per il territorio. Una storia che, senza dubbio, accompagnerà i futuri amanti del vino per molti anni a venire.