Focolaio di peste suina africana: nuovi casi accertati in Piemonte e Liguria

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Un nuovo caso di peste suina africana è stato confermato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, all’interno di un allevamento situato a Casalvolone, in provincia di Novara. Questo focolaio si aggiunge a una lista già preoccupante di casi, con sette focolai precedentemente registrati in diverse località della provincia. L’emergenza sanitaria continua a destare preoccupazione, con ripercussioni sia sulla filiera suinicola che sulla fauna selvatica.

I dettagli del nuovo focolaio

Casi precedenti e situazione attuale

Il nuovo focolaio di peste suina africana a Casalvolone rappresenta un aggravamento della situazione sanitaria in Piemonte, che ha già registrato otto focolai in allevamenti suinicoli. Nei comuni già colpiti, si evidenziano casi in locali quali Novara, Castellazzo Novarese, San Pietro Mosezzo, Trecate, Vinzaglio e Lignana. Con l’aggiunta di questo nuovo caso, i Comuni coinvolti ora sono ben 163, un numero in continua ascesa che mette in allerta le autorità sanitarie e gli allevatori.

Aggiornamento sui dati al 14 settembre

L’aggiornamento delle informazioni disponibili al 14 settembre rivela un quadro complesso e allarmante. Non solo si registra una nuova positività tra i maiali, ma anche nei cinghiali, con tre nuovi casi riscontrati. Tra questi, uno si trova in provincia di Alessandria, nel comune di Viguzzolo, e altri due nella provincia di Genova, in Liguria. Di questi ultimi, uno è stato accertato a Genova, portando il totale dei casi a 262, mentre l’altro è stato rilevato a Sant’Olcese, aggiungendo altri dodici casi complessivi in regione.

La situazione nei numeri

Totale dei casi in Piemonte e Liguria

In base ai dati attuali, il Piemonte ha registrato 671 casi totali di positività alla peste suina africana, tra cui gli otto focolai negli allevamenti suinicoli. La Liguria, dal canto suo, ha riportato 1.024 positività accertate. Sommandoli, il totale delle positività raggiunge l’allarmante cifra di 1.695 casi. I dati evidenziano una diffusione del virus che sta interessando sempre più territori e che richiede interventi tempestivi per contenerne la propagazione.

Impatti sull’industria suinicola

La peste suina africana non solo comporta rischi sanitari, ma ha anche ripercussioni significative sull’industria suinicola. La rilevazione di nuovi focolai porta a misure di contenimento rigorose, che possono includere la restrizione dei movimenti di animali e prodotti suinicoli. Questi fattori possono generare perdite economiche considerevoli per gli allevatori, già provati da altre sfide economiche legate al mercato e alla gestione della salute degli animali.

Misure di contenimento e prevenzione

Strategie adottate dalle autorità

Le autorità sanitarie stanno implementando misure preventive per fronteggiare la diffusione della peste suina africana. Tra queste, vi sono operazioni di vigilanza e monitoraggio nei Comuni interessati, al fine di isolare i focolai e prevenire nuove infezioni. È fondamentale che gli allevatori collaborino con le istituzioni per garantire una corretta gestione della situazione e per seguire le disposizioni previste in caso di contagi.

Ruolo della popolazione nella sorveglianza

La partecipazione della popolazione è cruciale nella lotta contro la peste suina africana. Segnalare anomalie nei comportamenti degli animali selvatici e domestici è un dovere di tutti. La consapevolezza dei rischi legati alla malattia e l’informazione tempestiva possono contribuire in modo significativo all’efficacia delle misure di contenimento adottate dalle autorità.

La situazione continuando a evolversi e i prossimi sviluppi saranno determinanti per il futuro della salute animale e della biodiversità.